Regia di Luigi Batzella vedi scheda film
Luigi Batzella, già (non molto) noto come Paul Hamus regista di qualche scadente spaghetti western alla fine dei '60, si ricicla nei primi '70 come Paolo Solvay e gira una manciata di horror a sfondo erotico del calibro di questo Il plenilunio delle vergini: basso - ma non infimo - budget, cast di second'ordine (Rosalba Neri e Mark Damon, che vissero sempre all'ombra del cinema di serie A, confinati nel 'genere', sono i nomi maggiori), una storia ritrita dal finale prevedibile, senza stare a crearsi tante preoccupazioni di ordine logico (sceneggiatura firmata da Ian Danby, Alan M. Harris e Ralph Zucker: probabili pseudonimi dietro cui si cela un tris di mestieranti semisconosciuti). La fotografia è ad ogni modo curata da Aristide Massaccesi: si nota, perchè è una delle cose meno sciatte di tutto il lavoro; musiche dozzinali di Vasili Kojucharov, altro nome legato al cinema di serie Z (le musiche di Quant'è bella la Bernarda, tutta nera, tutta calda sono sue: e tanto basti). 2/10.
Alla ricerca di un anello dai poteri magici, un uomo si reca in Transilvania nel castello del conte Dracula. Ora è abitato da un'affascinante contessa e sta per arrivare il fatidico plenilunio delle vergini, durante il quale nelle ville del maniero si compie un rito esoterico...
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