IL CINEMA AI TEMPI DELLA QUARANTENA
Biopic teso e scandito da una efficace narrazione, incentrato sulla tormentata figura d'attrice e donna di Frances Farmer, classe 1913, bellissima donna divenuta attrice destinata a scalare i vertici del divismo hollywoodiano, ma frenata improvvisamente da scompensi caratteriali devastanti, causati principalmente dal contraddittorio e altamente pressante atteggiamento della madre dell'attrice, donna dura e castrante che la convinse a farsi ricoverare presso una clinica psichiatrica ove, sottoposta anche a spietate sedute di elettroshock, ne uscì completamente devastata, ma non senza riuscire a riservarsi una rivincita sia morale, sia in termini di carriera d'attrice.
Diretto con diligenza da un pur convenzionale Graeme Clifford, Frances vale soprattutto per la straordinaria prestazione di Jessica Lange, che sfiorò l'Oscar per questa sua notevole ed apprezzata performance. ancora fresca di premiazione con attrice non protagonista, per il brillante Tootsie, dell'anno precedente.
Tiene ben testa alla bionda e splendida attrice del Minnesota, la straordinaria Kim Stanley nel ruolo della madre Lillian Farmer, parte per la quale l'attrice ottenne parimenti una candidatura, nella sezione delle "attrici non protagoniste".
Sam Shepard, proprio da quegli anni compagno della diva, appare in un ruolo di riferimento, nelle vesti di Harry York, eterno amante amato e frequentato, fervente sostenitore della donna e uno dei pochi a sostenerla di fronte ad un generale disinteresse nei confronti di una donna vittima della propria tenacia e perseveranza, che già da giovane la vide oggetto di critiche feroci dopo la pubblicazione di un suo polemico saggio inerente la supposta crudeltà di Dio nei confronti dell'uomo.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta