Regia di Morgan Spurlock vedi scheda film
Film documentario MOLTO interessante. Il protagonista, per una serie di motivi, decide, per 30 giorni, di andare a mangiare solo da MacDonald (colazione, pranzo e cena). Proverà tutti i menù e non potrà mai dire no quando gli propongono menù “super size” o bibite super o altro.
Prima si fa fare delle belle visite, che rilevano che è in ottima salute: asciutto, valori nella norma, sangue, pressione, etc…I medici, pure sconsigliandolo, prevedono che salirà di peso e avrà qualche problema nei grassi del sangue. Nessuno però prevede che sarà un disastro. Il nostro riduce anche l’attività fisica, portandola alla media newyorkese.
Dopo una settimana già non ne può più. Ha messo su 4 kg e non si sente benissimo. Dopo una decina di giorni, i valori delle analisi cominciano a sballare. Ha messo su quasi 8 kg, tanto che il dottore che lo pesa immagina un errore nella bilancia. Alla terza settimana sono cavoli amari: si sveglia la notte sudato, con senso di oppressione al petto. Ha perso mezzo chilo: questo perché comincia a perdere tono muscolare. I valori della analisi sono completamente sballati, soprattutto quelli del fegato, che è in enorme difficoltà. I medici sono sbigottiti: si immaginavano un deterioramento, non una situazione molto grave. Lo sconsigliano vivamente a continuare. Il nutrizionista gli spiega che sta assumendo circa 5.000 calorie al giorno, e tutte sbagliate nella composizione. Ma tiene duro, e tra qualche vomitata e paura di infarto, arriva alla fine. Ha messo su 10 chili (e si vedono tutti), che poi impiegherà molti mesi a perdere. I valori del fegato sono allarmanti, ci metterà due mesi a riportarli nella norma. Per i medici, ha a tutti gli effetti rischiato la vita. In un mese aveva mangiato l’equivalente di 15 kg di zucchero, tra le altre cose.
Nel durante, il protagonista viaggia per gli USA, afflitti da un enorme problema di obesità (più di tutti, in Texas). Molti dicono “Beh, lo sanno tutti che da Mac è così, puoi anche non andarci, no?”.
Non è proprio così. Il Mac diceva che ciò non era vero, e che tanti nutrizionisti dicono che andare da loro non fa male. Il protagonista interpella 100 nutrizionisti a caso: più della metà dirà che la frequenza giusta è “mai”.
Secondo, ok, non vado dal Mac. Ma i bambini vanno a scuola, e tanti mangiano a scuola. E sono cavoli amari. Dall’inchiesta del protagonista, risulterebbe una potente lobby (o un accordo tra i produttori? Si chiami come vuole) per la fornitura del cibo alle scuole. Cibo che per la gran parte fa cacare. In molte scuole, ad esempio, i cuochi cucinano un pasto su 6, gli altri 5 arrivano preconfezionati.
Qualche scuola “illuminata” ha deciso di dare pasti equilibrati (tanta frutta fresca, verdure, poca carne, no bevande dolcificate)…risultato: osteggiata se non denunciata (con argomenti risibili da noi ma seri negli USA).
Terzo, gli statunitensi, bambini compresi, non riconoscono magari Bush (un bambino lo scambia per Gesù Cristo!), ma tutti il pagliaccio del Mac. Come tutti conoscono le canzoncine e gli slogan pubblicitari. Difficile resistere al lavaggio di cervello, insomma, soprattutto da chi magari ne ha poco o non ha possibilità di informarsi.
Tanti i momenti divertenti, come quando intervista la ragazza francese, che dice che in Francia il bicchiere grande equivale al bicchiere piccolo in USA. Come è, come non è, dopo il film MacDonald ritirerà casualmente le porzioni Super size; oggi su ogni confezione di panini c’è il contenuto di grassi e altro, al tempo del film completamente assente. Per correttezza, il film cita anche un pazzo americano che nella vita sta mangiando una media di due Big Mac al giorno, bevendo Coca (ma non mangia le patatine), e appare in buona forma.
Il film fu in gara per gli Oscar ai documentari; non costò nulla, in pratica, ed incassò una cifra enorme, sia per un documentario, sia in relazione ai costi (200 volte tanto).
Complimenti!!!
Che coraggio!
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