Regia di Neri Parenti vedi scheda film
Le sfortune di Fracchia (Paolo Villaggio) non conoscono limite: braccato dal serial killer noto come la belva umana (sempre Villaggio), suo sosia, toppato l’appuntamento con la collega (Anna Mazzamauro), diventa oggetto di scherno delle forze dell’ordine, coordinate dal locale commissario di polizia (Lino Banfi).
E’ noto come Parenti non abbia certo la mano leggera, ma il film gode di un incipit divertentissimo, con un susseguirsi di esilaranti gag nonsense sulle forze dell’ordine e la loro storiche rivalità interne, con una serie di momenti cult indimenticabili: su tutti Banfi in mutande alla trattoria romana e gli interrogatori a suon di schiaffoni a un Villaggio muto e inerme.
Brusco calo con l’entrata in scena della belva, con l’eccessiva e insopportabile presenza del caratterista Gigi Reder, nella parte della «mammuzza» sicula. Anche il surreale inseguimento finale (omaggio al cinema muto) appare più lungo del dovuto, mentre l’ultima scena, con Fracchia in Paradiso, sarà ripresa nella serie di Fantozzi.
Nonostante l’inedito Villaggio nel ruolo di cattivo, la spunta sempre Banfi, mattatore in ogni scena, al top del top della forma. Piccole parti per Massimo Boldi e Francesco Salvi, nella parte di due sfattissimi e schizzati criminali, con il loro tipico repertorio di gag caricaturali.
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