Regia di Neri Parenti vedi scheda film
ovviamente il mio STRA-voto va aldilà degli effettivi valori artistici e tecnici. il fatto che ci siano delle scene ormai (stra)cult che tutte le volte mi facciano ridere con le laccrime agli occhi è insindacabile. il personaggio gian-domenica fracchia derivativo del personaggio travet predecessore di villaggio, ripete alcune gag un pò usurate, ma è uguale. l'affetto non è misurabile per effetto o per difetto di queste manchevolezze. è la scena al ristorante "gli incivili" dove gli avventori vengono presi a male parole e a schiaffi e dove la signorina corvino non si diverte più perchè il commissarrio auricchio tra(s)vestito da cameriere le risponde educatamente. sono i duetti tra lino banfi, in un'interpretazione memorabile del poliziotto che non picchia gli indagati, con de simone(sandro ghiani)la mente insostituibile e indivisibile del commissarrio che ha sempre le intuizioni e le idee e soprattutto per il fatto che a de simone funziona sempre tutto e al commissario no. c'è gigi reder in un cameo lussuosissimo nei panni ingombranti della madre della belva, siciliana che ha fatto venire l'intolleranza al figlio belva per la cioccolata a furia d'ingozzarlo da piccolo della preziosa sostanza. è l'altro cameo di lusso di gianni agus nella memorabile interpretazione del padrone della fabbrica orimbelli e infine ma non per ultima, la miticissima anna mazzamauro nei panni della sempiterna passione del nostro minus-eroe, che s'innamora della belva nonostante assomigli a quella "MERDACCIA" di fracchia. il film funziona aldilà della sceneggiatura canovaccio sulla somiglianza tra il terrorista omicida-stragista e l'impiegato nulla-facente che si fa la spia da solo col direttore. ogni sketch sottilmente legato l'uno all'altro forma un prototipo quasi irripetibile in cui gli intepreti sono motivati al massimo consegnando alla storia del cinema(popolare)un'ideale di comicità. la vecchia spinta giù per le scale dalla belva con l'epiteto "vecchia mascalzona". fred bongusto che canta "ti amo..." tutte le volte che auricchio prende in mano la radio della "gazzella". fracchia che all'ennesimo arresto, dopo il cinema horror e il ristorante con la signorina corvino, confessa tutto ciò che si è sentito addebitare dalla polizia e dalla digos prima, prendendo accidentalmente in mano la foto del marsciallo dei carabinieri e inventandosi lì per lì la storia della "nota troia di malta originaria di napoli". è in definitiva quel "nuovo di nulla sotto il sole" che però è la certezza della situazione. il nostro minus-eroe perderà comunque e sempre anche da morto sparato e per lui non ci potrà mai e poi mai, essere possibilità di riscatto. per me, capolavoro! e indiscutibile, aggiungo!
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