Regia di Neri Parenti vedi scheda film
Tecnicamente è la parodia di "Tutta la città ne parla", vecchio
poliziesco con Edward G. Robinson, e l'operazione è felicemente
riuscita perchè Villaggio è bravo nell'inbronciarsi quando è il signor
Belva umana ed inebetirsi quando è Giandomenico Fracchia.
Le situazioni in cui il delinquente è costretto a far la parte
dell'impiegato imbranato e vice versa sono divertenti anche se uno
dei difetti peggiori dei film con Villaggio è che si ripetono all'infinito
le sue gag per cui quando monta in macchina con Neuro che guida
come Lauda sfruttando un bell'effetto cranking sappiamo già che
all'inchiodata finale Fracchia avrà i capelli come asciugati nel
reattore di un boing, questa come altre scene sono viste e straviste
in altri suoi film ma almeno questa volta ci sono i siparietti formidabili
con l'ispettore Auricchio interpretato da un Banfi incontenibile alle
prese con il suo braccio destro De Simone a cui funziona sempre
tutto; in definitiva le battute che rimangono più impresse nella mente
sono quelle pronunciate dal comico pugliese o quanto meno quelle
in coabitazione con lui come quando interroga Fracchia credendo
che sia il singor Belva e fuori dalla grazia di dio gli dichiara
"Guarda che se io m'inghezzo divento brutto" e Fracchia
"Ma guardi che è già sulla buona strada".
Molti si sganasciano con Gigi Reder che fa la madre sicula della
Belva umana ma a me è piaciuta molto la Mazzamauro innamorata
della Belva, la parte migliore quindi è in assoluto tutta la sequenza
iniziale della serata al cinema che si conclude al commissariato,
mentre la più noiosa è quella finale in cui poliziotti e carabinieri fanno
fuori il delinquente e l'imbranato senza sapere chi dei due sia l'uno
e quale l'altro.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta