Regia di Neri Parenti vedi scheda film
Per qualcuno questo film è un piccolo cult della comicità, ma sinceramente io mi aspettavo di più. Forse è un po' sopravvalutato.
Fracchia, semmai, è uno dei personaggi di culto di Paolo Villaggio. Strappa sempre qualche sorriso o sana risata, ma il suo doppio ruolo in questo caso non convince fino in fondo. Un po' improbabile nei panni del mafioso duro e intollerante (però allergico al cioccolato!).
La trama non è molto originale, ripercorre idee già viste e situazioni fantozziane già sfruttate, ma tutto sommato si lascia seguire regalando sequenze mediamente divertenti con il supporto del solito cast che si ripete anch'esso.
Paolo Villaggio è stato indubbiamente un comico indimenticabile, che ha creato personaggi perseguitati dalla sfortuna unici e spassosi che io ho sempre adorato, ma con quest'opera realizzata su misura per lui e le sue abilità attoriali non fa pienamente centro. In alcuni momenti, il suo antagonista mafioso si rivela pesante e un po' troppo sopra le righe.
Simpatico invece, per una volta, Banfi, nel ruolo del commissario Auricchio, mentre Gigi Reder, in quello della madre della belva umana, è veramente mitico - le sue sequenze con Fracchia sono le più esilaranti. E la Mazzamauro, che stavolta interpreta la signorina Corvino, una versione sbiadita della signora Silvani, è scontata e inutile ai fini della trama. Addirittura si innamora della belva umana perché le ha dato un pugno in un occhio... mah!
Comunque divertente la scena del bacio con risucchio.
Il ritmo è inconstante, la messa in scena discreta, i dialoghi non sempre incisivi e il finale, che sfocia nel fantasy con tanto di fregatura per il povero Fracchia, si rivela prevedibile per quanto bizzarro.
Film a mio avviso godibile, ma nulla di veramente eccezionale.
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