Regia di Roger Michell vedi scheda film
Temo che Michell sia un inglese alla Radford: eclettico, disponibilissimo verso le produzioni, stancabilissimo durante la lavorazione.
E' vero, l' inizio è stupendo ( ma il merito è solo di Ian Mac Ewan ).
Tanto valeva interpretare il testo , circoscrivendo e limitando la fase del thriller omo-tampinante e sviluppando, nell' ordine: 1) analisi dei destini deviati dal momentum-mongolfiera ( di tutti i soccorritori, intendo ); 2) sottolineatura della debolezza di un amore convenzionale se attaccato da qualcosa di più vero.
Dopo 10/15 minuti serrati, dove le cose s'incastrano perfettamente, il "pieno" si fa "vuoto", gli amici se ne vanno e rimangono i due, al centro, come il gatto
con il topo.
Manca il formaggio, però.
Idea dell' incipit stupenda, poeticissima ( il lasciar andare le cose, le passioni caduche,i sensi di colpa,un' elevazione morale che viene a mancare, etc ), il resto banale. Troppi finali.
Ce n' era una.....?
Varie cosette, but mostly Mr. Michell.
Faccetta buffa, forse un po' passivo.
Dolce, brava moglie, viso "ricercato".
Parte sofferta, sguardoabbastanzaintenso.
Look e sguardo hyppie, messia di suburbia. Sembra un bassista progressive in cerca d'ingaggio.
Adoro questa ragazza !!!!!!!!!!! Un viso dolcissimo e buonissimo. E' anche spaventosamente brava e, dai tempi di W Allen, avrebbe meritato maggiore attenzione ( MINORITY REPORT, IN AMERICA e poco altro ). Attenzione: se protagonista assoluta in un ruolo giusto, è da oscar.
Fitta. Assente, poi teso, isterico, problematico, in crisi totale, egoista, violento. Smascherato, dà il meglio.
Ce la mette tutta all'inizio, poi, spolpato dalla fatica, inserisce il pilota automatico.
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