Regia di Danny Boyle vedi scheda film
Bella commedia, luminosa, estiva (il Natale è solo un pretesto), con l’happy end, raccontata con gli occhi sognanti di un bambino, Damian, che - forte della sua innocenza (più che ingenuità) - intende contribuire a debellare la piaga della povertà nel mondo (non foss’altro perché, a 8 anni, non conosce molti altri modi per sbarazzarsi di una montagna di denaro), mentre tutt’intorno a lui vortica imperterrita la dura realtà: la mamma non c’è più.
Così, mentre il padre si barcamena come può e il fratello Anthony (che condivide la “dura responsabilità” della gestione del malloppo) fa i primi passi nel mondo del business (grazie ad una spregiudicata dimestichezza, certamente invidiata da parte di chiunque non sappia resistere al fascino del denaro…cioè, nel film, tutti quanti), Damian piuttosto sceglie di rifugiarsi in un mondo onirico, popolato di tanti simpatici probi viri (non solo Santi), senza peraltro rinunciare alla sua tenera cerca di un ultimo affettuoso abbraccio materno. La sua perseveranza sarà premiata e, anzi, riuscirà pure a coinvolgere l’intera famiglia in un ultimo bellissimo viaggio, non più nel suo mondo immaginario, bensì in un angolo di mondo reale, dove l’acqua ha il nome di “oro blu”.
Dunque un ottimo film; Boyle ancora bravo (per adesso, infatti, ho visto solo la metà riuscita dei suoi film): fa sì una carrellata di buoni propositi - condanna del consumismo e della “corruzione morale del denaro” (luca826) - ma senza un registro pedante o comunque moralista; e questo proprio perché si serve (quindi al massimo potrebbe apparire un po’ ricattatorio) dello sguardo innocente, ma “rivoluzionario”, di un bambino.
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