Regia di Roberto Rossellini vedi scheda film
Denso e preciso nel dosare le informazioni, il film di Rossellini è il modello di film storico per antonomasia. Ma, aldilà della levatura di classico che molti sarebbero disposti ad affibbiargli, il tempo sembra averlo relegato in un filone didattico che di classico ha ben poco. Invece di introdurre, Rossellini salta tutto ciò che sarebbe orpello e didascalia; piuttosto che creare strutture drammaturgiche, il regista procede per quadri; non rinuncia a raccontare, ma sostenere che il film racconti una storia sarebbe riduttivo. E’ un lavoro di ricostruzione da documenti, è un riportare in vita qualcosa che non è tangibile: e per farlo Rossellini non esita a infondere l’insicurezza delle fonti storiche nella messa in scena stessa togliendole colore, desaturandola da quello che non conosciamo di quell’epoca. Sono questi aspetti che designano uno spettatore pronto a ricevere delle informazioni su cui esprimere un giudizio, a discapito di una fruizione che dal film pretende piacere, con buona pace dei ruoli attanziali. I continuatori? Forse l’Olmi de “Il mestiere delle armi”. Voto: 9
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