Espandi menu
cerca
Città amara. Fat City

Regia di John Huston vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Baliverna

Baliverna

Iscritto dal 10 luglio 2009 Vai al suo profilo
  • Seguaci 103
  • Post 5
  • Recensioni 2144
  • Playlist 27
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Città amara. Fat City

di Baliverna
8 stelle

Il film è amaro, come i personaggi e gli ambienti che ritrae. Tutti e tutto è segnato dalla precarietà, dalla sofferenza, dal fallimento, dall'insoddisfazione. La rappresentazione dell'ambiente del pugilato è quanto mai negativa, e l'immagine che se ne ha è di uno sport crudele e violento, che distrugge a poco a poco il fisico degli infelici pugili. La loro umanità va a pezzi di pari passo. Il contorno è popolato da profittatori e sfruttatori, che li usano per ottenere i soliti quattrini. Persino il personaggio dell'allenatore - che sembra quasi buono, benché sia anche lui un relitto, un pugile suonato - alla fine si rivela anch'egli per uno sfruttatore. Poi c'è il pubblico, cinico e qualunquista, a caccia di emozioni e in fondo desideroso di vedere violenza. Non meglio conciati sono i rapporti sentimentali tra i sessi: egoismo, decadimento, provvisorietà, alcolismo, solitudine. La sgradevolezza e la disperazione della strana coppia del pugile e della vedova alcolizzata è ben resa nella scena della lite domestica, dove anche gli oggetti collaborano alla costruzione di un'atmosfera (lo sporco, il disordine, la bottiglia della salsa che cade e si rompe...). In fondo questi sono ritratti purtropo realistici di molte esistenze moderne, sfasciate e alla deriva. Alcuni momenti sono molto riusciti nel rappresentare la precarietà umana con piccoli accenni: la scena quando lei gli dice di essere incinta e lui che cerca di fuggire le sue responsabilità, il pugile nero che urina sangue e che se ne va solo dopo l'incontro, i due "amici" che si trovano alla fine e constatano la loro infelicità. Huston doveva attrversare all'epoca un periodo molto nero della sua inquieta vita. E' un film dolente e amaro, ma non cinico e divertito come l'avrebbe fatto Altman, proprio perché il regista sembra soffrire per quanto rappresenta. E' un'opera riuscita, anche se secondo me non è un capolavoro come altri vogliono.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati