Regia di Johnnie To vedi scheda film
Accade tutto in una notte buia, squarciata solo dalle luci verdastre e giallastre dei neon. Una Hong Kong fatta di vicoli deserti e saracinesche abbassate in cui si muovono bande di gangster e polizia locale. Il marciume è sempre in primo piano; i buoni e i cattivi non esistono. Esistono semmai i più cattivi e i meno cattivi, ognuno con il proprio senso della morale; ognuno con il proprio destino. Non si può non rimanere affascinati dalla maestria registica di To. Egli padroneggia la mdp e il tempo dell'azione dilatandolo (con i ralenti) e comprimendolo a seconda delle esigenze; con un occhio sempre allo spettatore. L'uso del grandangolo unito ad una fotografia "intrisa" di luce artificiale amplificano quel senso di marciume metropolitano che si respira dall'inizio alla fine. Se la violenza dilaga da una parte, dall'altra traspare in più riprese un forte senso di appartenenza ben rappresentato dal comandante della PTU Mike Ho (Simon Yam). Qualcuno potrebbe obiettare che sia tutto fin troppo patinato dal punto di vista formale; che si sfiori la maniera. Beh, non credo e comunque è una "accusa" che viene spesso formulata impropriamente a parecchie opere (e diversi registi) dell'estremo oriente. A tal proposito mi vengono in mente film come "Joint Security Area" di Park Chan Wook, o perchè no "In the mood for love" di Wong Kar-Wai, curatissime dal punto di vista formale, ma altrettanto curate nei contenuti. Certo, PTU non è un'opera perfetta (la figura del sergente Lo, Lam Suet, forse è un po' macchiettistica e la colonna sonora non è proprio azzeccatissima), indubbiamente, però, è un film più che buono che si lascia vedere e apprezzare e che, almeno per me, non lascia insoddisfatti, anzi!
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