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PTU

Regia di Johnnie To vedi scheda film

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La recensione su PTU

di marlon
8 stelle

Qualche anno prima di Collateral c’era già stato un regista capace di realizzare una pellicola immersa nella notte e nei bagliori al neon di una città unica e impossibile. Non stiamo parlando di Los Angeles, né di Micheal Mann, ma di Johnny To e della “sua” sublime Hong Kong. PTU è il personalissimo omaggio alla sua architettura, al buio luminoso, ai percorsi urbani re-inventati nell’improvvisazione ispirata che travalica il prodotto di genere per farsi cinema avanzatissimo, fatto di silenzi antonioniani e arpeggi rock alla Carpenter. La morte di un giovane gangster e lo smarrimento di una pistola da parte del sergente Lo, danno inizio a una sarabanda di personaggi e situazioni che in una sola notte costringe la PTU (Unità Tattica di Polizia) a indagini serrate per evitare che esploda una guerra tra gang rivali. Nel frattempo un ufficiale del Dipartimento Investigazione Criminale cerca in tutti i modo di smascherare gli ambigui rapporti tra Lo e la malavita locale.
La notte in PTU è intramontabile elegia postmoderna, con le sue impennate surreali e il minimalismo autoriale di chi vuol cercare (trovandola!) la poesia di anti-eroi che sono spettri di una quinta ipnotica, pedine mosse dal caso che si incrociano tra loro, scambiandosi sguardi, silenzi, emozioni trattenute. Fino all’incredibile epilogo-crash, dove la tensione, fin lì dilatata al massimo con maestria quasi perversa, esplode furiosamente in un “tutti contro tutti” risolutivo ed estetizzante.
Grazie all’atmosfera sospesa da “gioiello inclassificabile”. PTU è la perla splendente che tutti i registi vorrebbero vantarsi di avere nella loro filmografia. E’ la commedia mescolata al noir, che si immerge nell’ipnosi. Ed è il film di To con la più lunga lavorazione alle spalle. Girato in due anni e mezzo, tra una pausa e l’altra durante riprese di altri film. Come se lo stesso Johnny To intuisse di aver bisogno di tutto il tempo del mondo per realizzare questo film, che è prima di tutto… fuori dal tempo.

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Ultimi commenti

  1. Inside man
    di Inside man

    Johnnie To si diverte a mandare al macero l'ormai decrepita eredità di Joseph Campbell confezionando un prodigioso film senza centro (alcuno), che assume in sé le caratteristiche del trattato teorico. Struttura, percorsi narrativi, coordinate spazio-temporali, gerarchia dei personaggi, psicologie dominanti, tutti elementi spazzati via dal suo peculiare e iconoclasta determinismo. Nonostante utilizzi malamente una già pessima colonna sonora (come d'altronde accade di frequente nelle produzioni hongkonghesi), PTU si staglia come una delle opere cardine del cinema postmoderno,

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