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Dangerous Encounters of the First Kind

Regia di Tsui Hark vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Dangerous Encounters of the First Kind

di alan smithee
9 stelle

 

CINEMA OLTRECONFINE

L'amicizia forzata dal ricatto che nasce fra una ragazza sbalestrata e sadica, sorella di un poliziotto hongkonghese, e tre nerd con passioni dinamitarde, fa sì che, a seguito di una serie di peripezie e scaramucce, i quattro incrocino le loro travagliate vite con quelle di un sicario americano, artefice di un omicidio efferato con cui si apre il film.

Nella sfida che si crea tra i giovani ed il killer, i primi riescono a sottrarre al professionista una serie di titoli di credito giapponesi, che poi i quattro cercano di incassare.

Ma intanto i proprietari del malloppo cercano a tutti i costi di trovare i giovani ladri, dando luogo ad una sanguinosa sfida che vedrà coinvolto anche il fratello poliziotto della spregiudicata ragazza, ed avrà come sfondo un gigantesco cimitero nella immediata periferia della metropoli. "A quei tempi ero animato da una incontrollata collera nei confronti di me stesso, e soprattutto dell'industria cinematografica di quei tempi.

È per questo che il film ha un approccio così bestiale e cruento con il racconto.

Ho descritto i personaggi privilegiando i loro istinti più bestiali, animaleschi, descrivendo comportamenti molto primitivi, tutti ispirati ad un puro spirito di sopravvivenza".

Così il gran regista di Hong Kong Tsui Hark si racconta, nel descrivere i tratti nervosi e sanguigni di questa sua notevole opera terza, datata 1980, e fortemente osteggiata dalla censura per la violenza che contraddistingue molte scene, trovando coinvolti anche animali come gatti e cavie.

Un film discontinuo, che accumula situazioni, contese, attentati e violenze di vario genere, richiedendo allo spettatore una certa pazienza prima di renderlo partecipe di un collegamento narrativo che possa unire le varie storie.

Anche la decisione di non offrire speranza alcuna anche ai personaggi principali, come quello della selvaggia ed instabile protagonista femminile, che esce di scena dopo oltre 3/4 di storia, trasforma il film, spietato, violento, esagerato ed onirico, in una esperienza totalizzante che avvince e rende l'opera un gioiello prezioso della cinematografia di Hong Kong.

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