Regia di King Hu vedi scheda film
Dragon Gate Inn (titolo internazionale Long Me Kezhan, in Italia traducibile con La locanda del dragone) è un incredibile cocktail mozzafiato che trova la via orientale al cinema spettacolare, contaminando la cultura (anche cinematografica) del kung fu, il romanzo storico che rielabora i grandi fatti dell’epica nazionale, le tecniche narrative dell’opera cinese e il film d’avventura e d’azione. Anziché chiudersi con le rielaborazioni tarantiniane, conviene tornare all’origine di una certa idea di cinema.
Grande successo ai botteghini cinesi dell’epoca, il film è un esempio sontuoso di alto artigianato in cui convivono stralci di altissimo cinema con ambizioni liriche (i primi minuti, esteticamente ineccepibili nella rappresentazione armoniosa di natura aspra, corpi addobbati con costumi fastosi e contesto storico ben esemplificato sia nelle didascalie in sovrimpressione che negli atti compiuti dai personaggi) e movimenti acrobatici d’innata eleganza brutale (i combattimenti sia all’interno della locanda che en plein air, giocati su lunghe sequenze e su un montaggio serrato e meravigliosamente mistificatore).
Il film non molla un attimo la presa e tiene alta la tensione condendo l’azione di conflitti totalmente assurdi in cui l’attendibilità va giustamente a farsi benedire sull’altare dello spettacolo, divertendo lo spettatore malgrado qualche lentezza nella prima parte nonostante sia in funzione dell’escalation verso il devastante e divertentissimo finale. Mantiene serenamente una media di almeno un morto al minuto. Un film arcaico e popolare che è un grande classico da riscoprire (in Occidente).
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