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Forza Italia!

Regia di Roberto Faenza vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Forza Italia!

di hallorann
8 stelle

FORZA ITALIA! è una cronistoria della D.C. e di riflesso dell’Italia dal 1947 al 1976. Il Piano Marshall e De Gasperi che in America incassa un assegno per la ricostruzione, le elezioni del ’48 e gli eserciti di invalidi e mutilati in fila per il voto in una cabina elettorale in cui “Dio ti vede, Stalin no”. Papa Pacelli, il Festival di Sanremo, il delitto Montesi e il coinvolgimento del ministro Piccioni. L’aretino Amintore Fanfani, “finalmente uno con i coglioni”, l’inaugurazione della diga del Vajont e la susseguente sciagura. Saragat presidente della Repubblica, la campagna antidivorzio benedetta da Paolo VI e la cocente sconfitta. Fino al congresso del ’76 in cui la base chiede rinnovamento e facce nuove e invece…Il documentario di Roberto Faenza, scritto dai giornalisti di sinistra Antonio Padellaro e Carlo Rossella, rispettivamente del Corriere della Sera e di Panorama, è un docufilm interpretato dalla macchietta Giovanni Leone (che apre le danze masticando una caramella), il curiale Aldo Moro, il corvo Giulio Andreotti, l’uomo per tutte le stagioni Fanfani, Flaminio Piccoli, Mariano Rumor, Carlo Donat Cattin etc. i quali dopo la stagione 77-78 (escluso Moro sacrificato sull’altare della linea della fermezza) saranno il “rinnovamento” e le facce da bronzo della prima Repubblica. FORZA ITALIA! fu un successo dal gennaio 1978 al 16 marzo giorno in cui venne rapito dalle Brigate Rosse il presidente della D.C. Moro, come a dire, ora non si scherza più. Il tono del documentario in effetti è goliardico e volutamente canzonatorio: una delle vette è la visita di Nixon in Italia con i “ad fundum sine gutta” di Saragat e il doppiaggio esilarante (non molto dissimile dalla realtà, il presidente degli Stati Uniti fu duramente contestato) sui rituali dei discorsi e dei brindisi istituzionali. I duetti Fanfani-Bernabei pure sono assai divertenti e la seconda parte è più spassosa e meno ingessata della prima. Il parterre di collaboratori di Faenza fa ancora impallidire: Marco Tullio Giordana, i citati Padellaro (oggi battagliero direttore de IL FATTO QUOTIDIANO), Rossella (l’ex compagno passato alla corte del Cavaliere), le musiche ad hoc di Ennio Morricone e il montaggio geniale di Silvano Agosti. Quelle facce democristiane lugubri e ambigue furono oggetto di sberleffo dissacrante da parte di Elio Petri in TODO MODO e vennero sbattute nell’ultimo fotogramma di BUONGIORNO NOTTE di Bellocchio (quali responsabili della morte dell’onorevole Moro). E viene da pensare anche allo sdoganamento di quegli “eroi” effettuato negli anni ottanta (e dagli schermi televisivi dell’ammiraglia Raiuno) dal cabaret di destra del Bagaglino di Pingitore, sdoganamento parente stretto dell’attuale classe politica della seconda Repubblica. Parafrasando un famoso slogan sessantottino LA FANTASIA AL POTERE oggi siamo arrivati a LA PARODIA AL POTERE!

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