Regia di Hal Hartley vedi scheda film
Hal Hartley è un interessante regista e sceneggiatore americano indipendente davvero poco conosciuto qui in Italia nato nel 1959 e tutt’ora attivo, ma le cui pellicole di maggior interesse e successo sono tutte concentrate nel decennio finale del secolo scorso (“Trust”, del 1990, “Uomini semplici”, del 1992 passato anche dal festival di Cannes, “Amateur”, del 1994, “Flirt” del 1995, e soprattutto “La follia di Henry” del 1998 che ancora al Festival di Cannes di quell’anno, gli valse il premio per la migliore sceneggiatura).
Questo “The Umbelievable Truth” (“L’incredibile verità”) è la sua intrigante opera d’esordio da lui girata nel 1989.
Girato a Long Island, è un film popolato da personaggi abbastanza strampalati, fra i quali un meccanico scambiato per un sacerdote che ha scontato una pena detentiva, un’adolescente alienata che troverà lavoro come modella per una pubblicità di biancheria intima vessata da un padre ignorante e venale.
Dall’andamento decisamente virato verso il surreale, è un film il cui tema centrale è quello delle ossessioni (la ragazza è ossessionata dalle terribili fantasie che riguardano l’annientamento globale dell’umanità, suo padre da quelle relative a un paio di omicidi apparentemente commessi dal meccanico, e così via a catena per quel che concerne tutte le altre numerose figure che animano la storia).
I suoi assi nella manica sono insomma la bizzarra originalità del racconto, gli stralunati personaggi (che avrebbero però avuto bisogno di attori meno improvvisati e creativi di quelli utilizzato in questa circostanza), la regia e l’umorismo bislacco e glaciale dell’insieme, tutti elementi che riescono a mantenere viva l’attenzione dello spettatore, a incuriosirlo e alla fine anche a divertirlo.
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