Regia di Beppe Cino vedi scheda film
Totò ha solo 12 anni, ma ha già le idee chiare: deve vendicare la morte del padre, ucciso dalla mafia. Entrato nell'orbita del piccolo boss detto Sparagna, Totò sopravvive a un massacro e decide di abbandonare ogni proposito di vendetta.
Dopo una serie di prodottini commerciali, blandi filmetti erotici e pellicole dalle velleità autoriali, ma dalle possibilità limitate , Beppe Cino approda a questo Miracolo a Palermo!, un lavoro al tempo stesso ironico e serissimo, che racconta in una sorta di favola moderna la crescita (e la presa di coscienza dell'età adulta, in fin dei conti) di un bambino siculo, figlio di un morto ammazzato dalla mafia. Fin qui tutto bene: ciò che però fa storcere la bocca è soprattutto il tono grottesco con cui Cino - anche autore della sceneggiatura - mette in scena il tutto; purtroppo per lui Ciprì e Maresco sono già passati per questi sentieri e il paragone diventa immediatamente automatico e impietoso nei risultati. In secondo luogo ciò che non funziona nell'opera è l'interpretazione: il protagonista è il giovane Michele Lucchese, alla sua prima esperienza sul set, che sarà anche l'ultima: cosa che non sorprende nessuno; al suo fianco c'è Maria Grazia Cucinotta, altra certezza in fatto di recitazione traballante e inaffidabile. Fortunatamente in ruoli di contorno troviamo Luigi Maria Burruano e Tony Sperandeo, che vivacizzano a modo loro la situazione, sebbene entrambi confinati - come la maggior parte dei personaggi della storia - a macchiette sopra le righe che finiscono in quanto tali per lasciare il segno meno di quanto potessero. Prodotto da Maurizio Tedesco e Marco Risi. 4/10.
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