Regia di Kwak Kyung-Taek vedi scheda film
Opera di importanza fondamentale per aver dato, grazie al grande successo di pubblico e di critica, un impulso decisivo alla diffusione del cinema coreano nel mondo, Friend è in buona parte un film autobiografico, e il regista Kwak Kyung-taek mette subito le cose in chiaro dedicandolo ai suoi amici e alle loro famiglie. La storia narrata si snoda in quasi 20 anni, dal 1976 al 1993. Protagonisti sono 4 ragazzi: Sang-taek, alter ego del regista, timido ed introverso; Jung-ho, contaballe del gruppo, simpatico e socievole; Dong-su, figlio di un becchino, scontroso e infelice della sua condizione sociale; e Joon-seok, figlio del boss della zona e destinato, per indole e per nascita, a prenderne il posto. Friend parla della loro amicizia, un legame fortissimo, nato durante l'infanzia e cementato nel tempo, basato su fratellanza lealtà e reciproco sostegno. Legame che si incrina inesorabilmente dal momento in cui Dong-su, da sempre al fianco di Joon-seok ma smanioso di affrancarsi dal suo cono d'ombra, passa alla banda rivale con ambizioni ancora più alte. Alla rottura tra il gangster e il suo braccio destro e all'inevitabile precipitare della situazione Sang-taek e Jung-ho (che non hanno scelto la malavita ma strade più canoniche e tranquille) assistono impotenti: le belle parole e le promesse fatte in gioventù rivelano di colpo tutto il loro carico di utopia e finiscono per cozzare inesorabilmente con la realtà adulta fatta di avidità aspirazioni e sete di rivalsa. Il merito maggiore di Kwak Kyung-taek sta nell'aver saputo gestire con mano sicura la storia mantenendola in perfetto equilibrio tra melodramma e gangster movie, favorendo l'inte(g)razione tra i due generi, evitando i possibili eccessivi sentimentalismi dell'uno e le ridondanze dell'altro, e alternando con stile lunghe scene incentrate su dialoghi ed introspezione a repentini scatti di violenza gestiti alla grande con la camera sempre viva e al centro dell'azione, nervosa ma mai invadente. Friend è un film epico e nostalgico, poetico e brutale, in cui l'amicizia va oltre tutto, e in cui (nonostante tutto) il rispetto ed il perdono per l'amico vengono prima di sé stessi e del concetto stesso di giustizia: perché, come ripete più volte Joon-seok, tra amici non c'è bisogno di scusarsi.
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