Regia di Duccio Tessari vedi scheda film
Imbarazzante prodottino a cavallo fra musicarello/fotoromanzo (per la consistenza della trama: ma togliendo musica e storia d'amore, si può immaginare cosa rimanga, cioè il vuoto assoluto) e quei film di propaganda fascista tipo Un pilota ritorna o I tre aquilotti, in cui il nucleo centrale dell'opera è sostanzialmente l'esaltazione della forza aerea nazionale, a prescindere dai personaggi e dalla storia contenuta nella pellicola stessa. Anche qui effettivamente è così: le scene acrobatiche di volo non si contano, mentre le figure dei vari piloti sono scritte con la mano sinistra, stilizzatissime e la trama è altrettanto sciatta e bolsa. Scritto da Gianni Orlando, realmente pilota acrobatico, e da Giovanni D'Eramo (sceneggiatore non molto noto), questo Forza G mostra le sue carenze fin dal titolo, troncato incomprensibilmente sull'iniziale del personaggio centrale della pellicola (in tale modo istintivamente richiama alla mente di chiunque abbia studiato un minimo fisica la forza di gravità, appunto 'forza g'); nel cast compare qualche nome degno di nota, ma la realizzazione frettolosa e poco entusiasta da parte di Tessari - e va anche capito - fa il passo con una recitazione spesso approssimativa. Gli interpreti di rilievo comunque sono Pino Colizzi (già comparso in un paio di lavori di Bolognini), Barbara Bouchet (in una particina) e nomi già meno esaltanti come quelli di Riccardo Salvino, Anita Strindberg, Magda Konopka; ruolino anche per Dori Ghezzi. Fotografia di Stelvio Massi, a un passo dall'esordio dietro la macchina da presa (sarà associato all'escalation di popolarità del poliziottesco); musiche di Ennio Morricone dirette da Bruno Nicolai: pure troppa grazia. 1,5/10.
Gianni, pilota di riserva delle Frecce tricolori, fra un'esercitazione e l'altra sogna di prendere parte a una vera esibizione. La malattia della madre di un pilota titolare gli aprirà le porte.
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