Regia di Claude Autant-Lara vedi scheda film
Durante l’ultima guerra un borsaro nero, dovendo attraversare Parigi a piedi per trasportare due valigie colme di carne, si fa aiutare da un personaggio misterioso, che si rivelerà un celebre pittore e che anzi riuscirà a ottenere il loro rilascio una volta catturati. Piccola vicenda quotidiana ambientata ai tempi dell’occupazione, raccontata in tono leggero e ironico (persino i tedeschi non sembrano poi tanto terribili): leggo nel Mereghetti che il racconto su cui è basato il film si concludeva con l’omicidio di uno dei due da parte dell’altro, e quindi si può intuire il gran lavoro svolto dagli sceneggiatori Aurenche e Bost per dare alla storia una connotazione diversa. Notevole soprattutto l’interpretazione di Gabin in un ruolo chiaroscurale, volutamente non ben definito; è un personaggio che, catapultato per caso in un mondo di traffici illegali a lui estraneo, impara subito a comportarsi in modo adeguato e anzi supera in scaltrezza gli sprovveduti complici: contratta per ottenere un compenso maggiore dal capobanda (un Louis de Funès sempre incazzato come suo solito) e dichiara a Bourvil che la borsa nera se l’aspettava “più nera”.
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