Regia di Takashi Miike vedi scheda film
Sono stato travolto dalla furia primigenia di questo film ma sono sicuro di averlo compreso solo in minima parte.Superficialmente si potrebbe dire:ok,Izo è un vendicatore immortale che si fa beffe dello spazio e del tempo e di tutti quelli che incontra,visto che li affetta in men che non si dica con la sua affilatissima katana.Si può dire anche che questo film consiste solo in interminabili duelli ambientati in epoche disparate e combattuti in ogni tipo di luogo.Quasi come fosse un videogame e il nostro "eroe"(si fa per dire ma non lo posso neanche definire antieroe) procedesse per gradi come se un videogiocatore stesse andando avanti nel suo gioco quadro dopo quadro aumentando progressivamente la difficoltà.Eppure sento che non è così.Perchè se fosse così il sangue schizzerebbe ad ettolitri da tutte le parti ,le scene per stomaci forti sarebbero l'humus fertile su cui far crescere il gradimento di questo film in una certa fetta di pubblico,abituato al non filmabile e agli eccessi visivi di Takashi Miike.Invece Izo è un film estremo dal punto di vista formale ma le scene non adatte ai più suscettibili si contano sulle dita di una mano.E allora siamo di nuovo al punto di partenza.Che spiegazione ha un film come questo?Probabilmente molteplici,va a finire che la risposta è nascosta in ogni incontro che il protagonista fa,in ogni simbolo di cui il film mi sembra sia disseminato.Se questo film mi ha evocato una sensazione ebbene è quella che mi ha fatto sentire profondamente ignorante perchè non ho gli strumenti appropriati di conoscenza della cultura giapponese che mi permetterebbero magari di comprendere un pò più a fondo quello che ho visto.Cerchiamo allora di mettere un pò d'ordine in quello che mi ha colpito di più in questo film.La prima cosa molto particolare di Izo il vendicatore è il suo rapporto con tre figure di donna che gli accade di incontrare che sembrano inviate dal "consiglio di saggi" per interrompere la vendetta:con la prima si congiunge carnalmente,la seconda(una tessitrice) la taglia a metà con la katana,la terza ha un grembo da cui esce luce oltre che un figlio e che è lui.Quindi un percorso circolare in cui il vendicatore riprende vita da una specie di fantasma che lo ha seguito in tutte le epoche.L'uno che si confonde nel tutto e il tutto che ridiventa l'uno.Altra figura che mi è sembrata particolare è quella del monaco di colore,un gigantesco Buddha che mi sembra gli parli in inglese(e che lo ringrazi per essere stato ucciso da lui).Non sono riuscito a capirne la valenza come non ho capito le figure dei vampiri che lo assalgono e la sua trasformazione in una sorta di vampiro(per alcuni tratti ha i canini appuntiti tipici del vampiro oltre che il volto coperto parzialmente da una maschera e dal sangue ).Il "consiglio di saggi" che lo vuole eliminare invece non trova il modo di farlo.Tra di loro c'è anche Takeshi Kitano la cui testa ,come le altre,diventa una bella fioriera.E poi c'è la figura dell'imperatore,giovanetto bellissimo e con un serpente attorcigliato al collo,l'unico che riesce a ricacciare indietro la figura di Izo quando anche i suoi guardiani più temibili sono stati uccisi(e da una di loro vien fuori un bruco coloratissimo).Altra figura che è una presenza costante (e inquietante) nel film è quella del cantante,un menestrello con chitarra che intona canzoni di cui purtroppo non è possibile conoscere i testi,visto che non sono sottotitolate.Ho avuto anche l'impressione che talvolta le immagini del cantante(e le sue canzoni) procedano all'indietro e non nel senso normale ma può darsi che sbagli..Le parti in cui è in scena spezzano la tensione,la sua figura in campo nero funge anche da "rottura" estetica contrapponendosi al resto del film.Che senso ha questa figura?Comparendo lungo tutto il film come una sorta di fil rouge è anche possibile che canti quello che succederà dopo nel film,che racconti insomma in musica la storia di Izo,che sia un moderno cantastorie insomma.
Non è facile parlare di questo film e anche parlare di interpretazioni significa addentrarsi in un campo minato.Izo è un film che si ama o si odia incondizionatamente,un punto di non ritorno della poetica dell'eccesso di Takashi Miike che dimostra di essere estremo anche senza mostrare secchiate di sangue o di interiora affettate.Si può fare cinema estremo anche senza ricorrere al delirio voyeuristico di certo pubblico.Anche non filmando nulla di così annichilente.Izo è un film estremo dal punto di vista concettuale.Non un horror,non un vendetta movie(Izo si vendica ma non ne vengono spiegati i motivi),non un cappa e spada a mandorla,non un yakuza o mafia movie.E'un pò tutto questo.O forse niente di ciò.E' Izo e basta.
un film estremo concettualmente ma con una regia di grande precisione che non si interessa a inutili dettagli anatomici nelle immumerevoli battaglie di cui il film è composto.
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