Regia di Takashi Miike vedi scheda film
Ichi the killer e' un film pazzesco: sadico, ironico, violento, anche un po' divertente, splatter, esagerato, geniale. E molte altre cose.
E' prima di tutto forse il film che meglio di altri identifica la genialita' e la follia di questo tremendo cineasta nipponico, cosi' prolifico e unico, in grado di girare con perfetta padronanza quattro e piu' film all'anno, spesso complessi, ricercati e laboriosamente intricati, senza perdere mai il filo del discorso e un suo stile inconfondibile in cui, con pochi soldi, riesce anche a stupirci con effetti speciali poveri, ma di un realismo che sfiora spesso il diabolico.
La trama e' piuttosto complicata e non occorre in questa sede scendere particolarmente nei dettagli. La vicenda ruota attorno alla sparizione di un noto boss della malavita, e alle affannose ed improvvisate ricerche poste in essere dal bizzarro, sfregiato e biondo-platinato yakuza Kakihara, volto da Joker con sorriso che va oltre l'estensione naturale delle labbra, tenuto nei ranghi grazie a due tattici piercing contenitivi. La caccia e' rivolta a Ichi, il killer del titolo: assassino piuttosto sui generis visto che ha l'animo e la sensibilita' di un bambino di otto anni, plagiato dalla mente diabolica del suo padre spirituale Jujii, che approfitta delle spiccate ed ingovernabili doti assassine del giovane per utilizzarlo come arma per sgominare le band della malavita locale. Il killer infatti, vestito in tutina nera ridicola da supereroe, non ha il carattere ne' la profondita' per fare il superman: agisce infatti solo se mosso da sentimenti di vendetta contro una ritorsione che Jujii gli fa credere di aver subito da bambino da parte di coetanei. E quando la furia di Ichi inizia a far fumo, a non contenersi piu', non c'e' nemico che possa resistere. Le sue lame taglienti dilaniano le carni in un balletto al massacro con coreografie di spruzzi rossi di sangue che imbrattano pareti e soffitti, budella che scivolano su pavimenti, orrori e bassa macelleria. Poi Ichi si calma, e come un coccodrillo piange ogni volta ininterrottamente dopo la furia.
Il duello tra Kakihara e Ichi si fa attendere per oltre due ore di estenuante ricerca da parte del primo, che sbaglia, segue piste errate, tortura innocenti cosi' come Ichi uccide e dilania pure povere ragazze di cui peraltro si innamora e tenta di difendere dai soprusi altrui.
Una pellicola pulp che gronda umori umani: sangue e sperma e lacrime, che scivolano lentamente via e lasciano solo il rimorso, la solitudine, il desiderio di una famiglia che non si e' mai potuta avere.
Un film esagerato, eccessivo, geniale, imperdibile per alcuni (fra cui il sottoscritto), certamente non per tutti.
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