Regia di Takashi Miike vedi scheda film
Che cosa fa Takashi Miike quando incontra un manga che ha avuto problemi con la censura per la sua violenza conclamata?Semplice:ci gira un film.Miike,regista compulsivo come ce ne sono pochi è stato sicuramente affascinato dal potenziale di questa storia che trasversalmente percorre molti generi cinematografici:dallo yakuza movie all'horror(e qui davvero sangue e frattaglie schizzano da tutte le parti),fino ad arrivare a una sorta di melò patologico filtrato attraverso una lente grottesca.Ichi è protagonista del film tanto quanto Kakihara,membro attivo della yakuza,trattato dagli altri più o meno come un cane sciolto psicopatico vista la sua tendenza all'automutilazione(ha due eleganti ricami a partire dai lati della bocca a percorrere le guance da cui esce anche il fumo che aspira da una sigaretta) e a fare tutto quello che vuole senza rispettare l'autorità.Kakihara ha una spiccata tendenza al masochismo,si mutila addirittura della lingua quando deve essere punito dalla yakuza per l'ennesima insubordinazione prima di essere definitivamente allontanato.Ichi fondamentalmente è un sadico,gli piace arrivare al cuore delle persone levando di mezzo tutti i piani anatomici sovrastanti e spargendoli per ogni dove,ha la faccia da nerd,da ometto impaurito ma compie massacri inenarrabili(al di là della sua consapevolezza?) riarredando case con resti umani mediante i quali riaffresca le pareti dando un tono alla carta da parati.Ed è seguito da una sorta di squadra(probabilmente sadica come lui) che ripulisce la scena del massacro con precisione scientifica.Kakihara sa di Ichi e lo vuole conoscere ma solo per arrivare all'ultima frontiera del dolore.Lui masochista vuole incontrare uno che fa del sadismo la sua caratteristica dominante.Il film di Miike non è altro che la storia del loro avvicinamento progressivo e del loro incontro definitivo.A Kakihara piace torturare le sue vittime(vedere come appende Anji per la schiena a dei ganci da macellaio e come gli versi dell'olio bollente addosso,vedendo quella scena sembra che qualche schizzo arrivi anche allo spettatore),Ichi invece col suo bel costumino che sembra un supereroe da barzelletta tagliuzza a fette sottili i malcapitati che incontra con le lame nascoste nei talloni delle sue scarpe.Eppure quando si incontrano Kakihara è deluso,capisce che Ichi è solo uno strumento nelle mani di un burattinaio,mentalmente disturbato e per lui praticamente inoffensivo.Capisce che non è in grado di farlo arrivare all'ultima frontiera del dolore e lui addirittura si ficca due spilloni nelle orecchie per cercare di surrogare il mancato dolore.la delusione sarà così cocente che salterà giù dal tetto dove si è incontrato con Ichi.Omicidio o suicidio?.Ichi the killer è un film che scandalizzerà molti,tutti quelli che porranno l'attenzione al delirio di sangue che il film propone.In realtà se si va più a fondo si scopre che il film di Miike in realtà usa la violenza in modo grottesco,si arriva quasi all'insostenibilità visiva che viene poi stemperata in un tono bastardamente comico da quanto è sopra le righe,da quanto è eccessiva.L'importante è vedere oltre i dettagli anatomici sparsi a piene mani e in primo piano e oltre i barili di sangue e liquidi organici di cui è letteralmente innaffiato il film.Interessante la caratterizzazione di Ichi,una figura di killer sadico che comunque viene tenuta nell'ombra,straniante che le sue gesta cozzino con il suo aspetto fisico all'apparenza inoffensivo,da bambino impaurito.Al contrario di Kakihara che mette proprio a disagio per la sua cultura dell'eccesso e del dolore autoinflitto.Lo stile registico di Miike è sincopato come una canzone hip hop con un montaggio iperframmentato nei momenti clou(si fa per dire) delle azioni di Ichi che contrasta poi con il morboso soffermarsi della cinepresa su tutto il macello combinato dal killer.Ichi the killer è un Takashi Miike a 24 carati,rispecchia al 100 % il suo stile trasversale ed estroso ma chiaramente non farà cambiare idea ai detrattori.Anzi darà loro ulteriori argomenti.Mentre tra i suoi fans scatterà l'idolatria per l'ennesima incursione nell' eccesso.
regia ottima,cita Tsukamoto con una splendida sequenza iniziale
non male
non si dimentica tanto facilmente
gradititssima presenza
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