Regia di Takashi Miike vedi scheda film
Per film di questo "genere" si sente spesso usare la frase "per stomaci forti". Certo è vero, anche se "Ichi the Killer" non è un mero splatter privo di sostanza. La parola "genere" poi non è propriamente azzeccata, visto che Miike a mio avviso mischia le carte. E' un film in cui il drammatico, lo yakuza-movie, il grottesco e lo splatter appunto, vanno a braccetto e non scadono nel banale, anche se l'eccelso è ben distante.
Ichi ha la faccia da debole, da uno che pare più uno studentello sfigato, piuttosto che un terribile carnefice. Ma Ichi è entrambe le cose e Miike "gioca" e sgretola lo stereotipo del temibile Killer annientatore. Si prova una certa compassione verso questo "povero" essere sfruttato e plagiato da chi cerca solo di raggiungere i propri interessi. Kakihara (Asano), dalla faccia da Joker sfregiato, è un yakuza dall'animo di ghiaccio, che ricerca più il dolore fisico come piacere piuttosto che la vendetta. E' forte e freddo quanto sadico e masochista. Il sadismo e il masochismo, appunto, sono un filo conduttore dal primo all'ultimo minuto, sia nella nelle torture ai rivali, sia nella sessualità deviata. Le donne appaiono soltanto come prostitute e si respira una certa misoginia per nulla velata. La telecamera è spesso "schizofrenica" nel suo inseguire il sangue che zampilla dalle ferite mortali inflitte ai personaggi. La fotografia è curatissima e il montaggio accelera e rallenta a seconda delle azioni. Nulla è lasciato al caso.
Non amo dare voti e mi sento un pò indeciso sul voto da assegnare. Sufficienza piena di sicuro, più che piena....6/7
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