Regia di Takashi Miike vedi scheda film
Il Cinema del "far" east del mondo, da quello coreano (fra i miei preferiti) e quello giapponese (un po' meno), è veramente un mondo a parte, che nasconde spesso dei veri e propri capolavori, anche se per noi occidentali non sempre è facile comprenderne le tematiche e le esagerazioni. "Ichi The Killer" potrebbe perfettamente calzare rispetto a quanto appena scritto, con un regista, Miike, che è considerato un maestro del Cinema giapponese ma anche uno di quelli che non pone troppi limiti alla sua arte, fra iper-violenza e quant'altro. Qui va a ruota libera, ispirandosi a un manga censurato in patria (che è già tutto dire), e sopra un canovaccio legato al mondo della yakuza, la mafia giapponese, inserisce un discorso legato al dolore, al masochismo e alla pura e semplice malattia psichiatrica. Due personaggi estremi, Ichi, ragazzotto manipolato che fa a pezzi (letteralmente) chiunque gli venga detto essere "un cattivo" e Kakiharam, a capo di una yakuza, perverso torturatore e sadomasochista. Queste due personalità finiranno per scontrarsi e nel mezzo ci sono ettolitri di sangue, splatter, ma anche grande Cinema, iper visionario, moderno, disturbante e completamente fuori da ogni schema. Questo mi piace del Cinema "far" east, ovvero che ha sempre quella capacità di sorprenderti, disturbarti, fregandosense delle buone maniere. "Ichi The Killer" preso così, non ha molto da dire, la trama è vacua, ma è un Luna Park peccaminoso e crudele, a tratti anche respingente, che non si dimentica facilmente. Assolutamente non per tutti, ma che tutti dovrebbero vedere.
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