Regia di Oxide Pang Chun, Danny Pang vedi scheda film
Seguito di "The eye", un po' pasticciato nella costruzione della trama(specie le relazioni tra i vari personaggi), il film ha comunque alcuni punti di forza che lo rendono originale e interessante: l'identità della persecutrice della protagonista, legata a doppio nodo con la persona che odia, apre la possibilità di rifessioni consistenti, o se non altro non convenzionali per una mente occidentale: il "fattore buddista" della storia, così preponderante, si distacca dagli schemi consueti di divisione bene/male della filosofia/spiritualità occidentale, così scissa in una bi-polarità inumana e schizoide: i fantasmi e i mostri che popolano il film, scopriremo, sono tutt'altro che molesti e nocivi, anche se potrebbero sembrarlo: in una realtà di continua trasformazione dei conflitti, della vita in morte e viceversa, degli odi e dei dolori in perdono o pace, la protagonista non deve di fatto superare un mostro o fantasma maligno, quanto riconciliarsi coi propri demoni personali per crescere ed evolvere(e far evolvere gli altri, morti o vivi che siano).
Interessanti le sequenze iniziali e alla fermata dell'autobus.
Originale.
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