Regia di Susanne Bier vedi scheda film
L'unica cosa pessima, irritante, sorprendente, moralmente e (soprattutto) stilisticamente volgare è la recensione di FilmTV di questo splendido film, la sua (della recensione) pressapochezza con la quale mistifica la grande sensibilità non solo della regia, ma anche della storia in sè, liquida con un fastidioso "poverino..." un dramma interiore mirabilmente inscenato da una dei tanti, ottimi esponenti del cinema nord europeo dei nostri giorni (quello danese in particolare, uno dei più interessanti), altrettanto mirabilmente interpretato da un grandissimo Ulrich Thomsen (al quale non sono inferiori Connie Nielsen e ancor più Nikolaj Lie Kaas, splendido nella sua recitazione spontanea nelle scene da ubriaco) ed è capace di sintetizzare questa bella sceneggiatura, oggi ripresa e ricopiata dal remake americano di Jim Sheridan con il film "Brothers", (di gran lunga a mio parere inferiore a questo danese), con una frasetta elementare (soggetto-predicato verbale-complemento oggetto) così stupida da essere indegna anche in bocca a un opinionista della TV di Maria de Filippi.
Complimenti al cuoco.
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