Regia di Wes Craven vedi scheda film
Morsicati da un lupo mannaro sulla Mulholland Drive, i fratelli Christina Ricci e Jesse Eisenberg cominciano a mutare. Lui, tipico nerd liceale, subisce una metamorfosi stile Spider-Man; lei, complessata fanciulla in carriera, diventa irresistibile per chiunque. Prima di diventare mannari per sempre, i due giovani licantropi devono trovare chi li ha contagiati «per separare la sua testa dal cuore». Sorta di rifacimento di I Was a Teenage Werewolf tra le colline di Hollywood oggi, il nuovo Wes Craven è meno terribile di come l’hanno descritto ma d’altro canto ancora lontano dai giorni di gloria del maestro del New Horror. Godibile la prima parte, diciamo fino alla festa nel pub-museo delle cere, specie per le digressioni che vedono protagonista il giovane (e bravo) Jesse Eisenberg. Niente di nuovo nel binomio simbolico adolescenza-mutazione-mostruosità, ma alcuni momenti (come l’outing del rivale e il confronto tra essere gay e essere mostri) sono riusciti. Devastante, invece, tutta la parte finale, piatta e digitalizzata anche da un punto di vista estetico, e con uno sviluppo della storia banale e involontariamente ridicolo. Craven conserva un po’ della sua ironia, ma si capisce lontano un miglio che il suo rapporto di fiducia con lo sceneggiatore Kevin Williamson si è guastato. La coppia d’oro di Scream è scoppiata, e per il regista sarebbe ora di voltare pagina.
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