Regia di Ken Russell vedi scheda film
OH KATHLEEN!
Doppie vite e identità segrete, da una parte;
Crisi familiari insanabili dall'altra;
ed un folle che si spaccia per prete, o forse lo è davvero, cercando di curare le sue fobie maniacali addentrandosi nel regno peccaminoso della pro.....zione.
E' in questo modo che le vite, complesse e contraddittorie di tre persone al limite, spesso afflitte da sdoppiamenti di personalità, si sfiorano fino ad incrociarsi, fino a urtarsi non senza lasciare tracce indelebili, se non fatali.
Joanna Crane è una stimata stilista che di notte si trasforma in China Blue, avvenente donna di vita che, a prezzi contenuti, concede il paradiso all'umanità maschile che la avvicina in cerca di emozioni "definitive".
Tra le strade di una Los Angeles avviata verso la strada della più lasciva perdizione, Joanna si imbatterà nel folle reverendo Shayne, un maniaco sessuale che cerca di curare le proprie incontenibili manie tentando di riportare sulla retta via le peccatrici, ma in realtà facendosene soggiogare.
Ma la donna incontrerà pure, tra la varia umanità allo sbando che la contatterà, un giovane padre di famiglia in crisi coniugale, che troverà in Joanna la voce della coscienza in grado di farlo reagire ai dolorosi sensi di colpa che la sua crisi matrimoniale fa addossare ingiustamente tutti a suo carico.
Negli anni d'oro della carriera, Kathleen Turner si destreggiava coraggiosamente, e splendidamente, tra le avventure esotiche e comiche di Joan Wilder "all'inseguimento della pietra verde", e questo personaggio estremo di China Blue, diretto con la solita sferzante voglia di scioccare da un Ken Russell piuttosto in forma, in grado di scaraventarci nei bassifondi di una società occidentale annoiata e soffocata dal vizio, dal desiderio di trasgressione come unico mezzo per riappropriarsi di un lato emotivo che altrimenti pare completamente perduto.
La circostanza fornisce anche ad un grande attore come Anthony Perkins, di calcare la mano e riproporre per certi versi i tratti perversi del personaggio che lo portò alla gloria, ma di cui rimase - nonostante la versatilità ed i molti autori anche importanti con cui lavorò lungo tutta la sua lunga carriera - inesorabilmente vittima e succube.
Nella scena cult e cruenta, sanguinolenta come in un film di De palma, del finale allucinato e senza controllo, l'attore non perde la ghiotta occasione di riproporsi celato in vesti femminili che non possono non rimandare alle scene conclusive adrenaliniche e sconvolgenti dell'indimenticabile Psycho.
Ma la regina della scena è naturalmente lei, Kathleen Turner: regina dello star system anni '80, bellezza statuaria, gambe mozzafiato su una figura di attrice che non si limita ad apparire splendida come una natura clemente e lungimirante ha provveduto a plasmarla. Un interprete che affronta di petto con lungimiranza e temerarietà non scontate, l'opportunità di mostrarsi senza veli in diverse occasioni, assecondando le ragioni di un personaggio controverso come China Blue, costretto a dividersi secondo due personalità antitetiche che avrebbero fatto impazzire il già citato De Palma. Un ruolo cult, quello della Turner in questo film di Russell, che segnala la star come un'attrice in grado di affrontare anche ruoli scomodi e decisamente più complessi e rischiosi rispetto alla pur splendida e parimenti attraente avventurosa scrittrice di romanzi rosa Joan Wilder.
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