Regia di Ken Russell vedi scheda film
"China Blue" è il "nome d'arte" che si è scelta una donna impiegata in un'azienda di moda per esercitare la professione più antica del mondo, con concessioni frequenti a clienti che amano cose particolari: ciò viene scoperto da un addetto alla sorveglianza che viene incaricato di tenerla d'occhio perchè sospettata di fare il doppio gioco. Scoprendo invece la doppia vita della giovane donna, il sorvegliante, che è alle prese con un matrimonio divenuto asettico, come nei più classici noir, sviluppa una passione per la bella prostituta: il guaio è che anche un sedicente reverendo dallo sguardo allucinato, è interessato a lei, e vuole a tutti i costi redimerla, o peggio per lei... Ken Russell, si sa, non è stato certo un cineasta affermatosi per la delicatezza degli argomenti scelti: "China Blue" fu un thriller che, all'uscita, suscitò polemiche e recensioni velenose o estasiate. Certo, immaginare oggi un lungometraggio con un'attrice sì rampante, ma già abbastanza celebre, che gira scene come quella del poliziotto che viene deflorato dal manganello, è impensabile: al gioco pesante di Russell, gli interpreti stanno eccome, soprattutto una Kathleen Turner che alterna le incertezze della sua esistenza "normale" e la spavalderia perversa di quando indossa la parrucca platinata di "China Blue", così come Anthony Perkins dà una versione, una volta ancora, più allucinata, del Norman Bates che lo ha reso celebre, armato anche di un pugnale fatto a vibratore. Rivista oggi, è un'opera che si concede anche troppe estetizzazioni, con una colonna sonora che fa fin troppo il verso alle musiche, molto in voga all'epoca, di Giorgio Moroder, e un happy ending a mò di sberleffo, dopo che la trama ha navigato nel sordido in più di un'occasione. Discontinuo, con momenti interessanti e un gusto per la provocazione qua e là fine a se stesso.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta