Regia di Shinya Tsukamoto vedi scheda film
La morte incombe come ossessione primaria sia nell’incessante ricerca della personale autodistruzione, sia nella sfida quotidiana delle gang in una Tokyo disumana e violenta. La disperazione senza speranza, specchio dell’emarginazione e dell’alienazione, riplasma l’anima nel comune stordimento o nell’estremo confronto tra individui allo sbando. Il percorso di Goda in questo inferno in bianco e nero inizia nel momento in cui apprende la notizia del suicidio della donna che ama. Gesto di inspiegabile e inaccettabile solitudine che si riflette su di lui chiudendolo in una spirale claustrofobica di azioni alimentate e assecondate dal proprio dolore interno. Il disagio esistenziale diviene una costante di vita che radicalizza ed esaspera la violenza in un crescendo di situazioni ad altissima tensione. Finale splendido: pare quasi che i due “superstiti” al caos metropolitano si corrano incontro, e invece la loro corsa diverge inesorabilmente.
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