Regia di Kim Ki-duk vedi scheda film
"Nulla avviene per caso".
Un giovane artista di strada, mite e predisposto al persdono, diviene costante oggetto di violente e soprusi da parte di passanti e clientela di passaggio.
Accogliendo, non senza una certa titubanza iniziale, l'invito di una ragazza che, dopo aver ripreso le percosse di cui l'uomo è stato vittima, impietosita lo invita a rifugiarsi nel teatro ove ella recita, ecco che il ragazzo riuscirà a trovare in quel luogo di finzione, l'atteggiamento più coerente ed ostinato per riuscire finalmente a reagire ai soprusi che la realtà gli ha riservato, attribuendogli costantemente il ruolo del perdente e del fallito.
Nell'ossimoro del titolo sono racchiuse le sintesi di questo particolare e un po' strambi sviluppo narrativo, che nasce come un film sperimentale e "leggero", nel senso di girato quasi con improvvisazione e su semplici bozze incomplete di sceneggiatura, con regista Kim Ki-duk impegnato alla pari di un direttore d'orchestra a coordinare i suoi molti aiuto-regista, per l'occasione assimilabili ai vari elementi di un'orchestra musicale.
Il quarto film del grande ed eccentrico regista coreano è un bizzarro ma tutt'altro che banale tentativo di far luce sul livello di violenza intrinseca che si può sprigionare da un animo umano particolarmente vessato e soggiogato da prepotenze ed abusi.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta