Regia di Giovanni Veronesi vedi scheda film
Il cinema italiano è calamitato (non è una scoperta), nei titoli e non solo, dalla parola “amore”. Ci saranno ragioni sociologiche o sottili indagini di marketing? La risposta non è di grande aiuto. Giovanni Veronesi che ha molte delle qualità di un cineasta da buon cinema medio mette in fila coppie che si accoppiano, che stanno scoppiando e che sono scoppiate per tratteggiare alcuni dei vari gradi di alterazione (e di separazione) della vita amorosa. Corteggiamenti, tradimenti, fughe avanti e indietro, implosioni domestiche hanno le facce di Silvio Muccino, Jasmine Trinca, Verdone, Caprioli, Buy, Rubini, Littizzetto, Abbrescia. Un simpatico carosello da casting all’italiana. La forma scelta è quella degli episodi con il passaggio di testimone tra i vari personaggi (un’antica tradizione del cinema soprattutto popolare in sintonia con il capestro dei tempi del Tv Show). L’organizzazione narrativa spinge a fare classifiche tra i vari capitoli. Il più riuscito e divertente è quello interpretato da Carlo Verdone, tenero è quello con Muccino e Trinca, i più noiosi e, talvolta, raggelanti, quelli con Rubini-Buy (il più malinconico) e Littizzetto-Abbrescia. Chissà perché il cinema è la controindicazione principale per il talento comico della Littizzetto?
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