Regia di Avi Lewis vedi scheda film
Un ottimo documentario sulla storia contemporanea. E sul suo male maggiore, il capitalismo. Sono passati 18 anni, ma questa vicenda è ancora attualissima: la crisi di un popolo, quello argentino, che è vittima delle politiche neoliberiste, qui quelle del Fondo monetario internazionale. Causato anche dal collaborazionismo di un politico nemico dei diritti umani come Menem: amato, pagato e incensato dagli Usa e dalla sua stampa ben asservita e foraggiata, esattamente come Videla, il sanguinario dittatore fascista (76-81).
Gli ingredienti sono stati: indebitamento dello stato e quindi del popolo; privatizzazioni selvagge; criminalità finanziaria impunita; corruzione; asservimento agli interessi di multinazionali straniere a discapito dell’economia reale locale.
Tutto il “progresso” del capitalismo è qui riassunto bene. Come anche il suo migliore antidoto: la partecipazione dal basso, con il voto, la partecipazione politica, ma soprattutto con l’impegno in piazza; il protagonismo delle masse sfruttate e impoverite; l’attivismo di chi paga le conseguenze del proprio impegno fattivo e personale per favorire l’uguaglianza e per contrastare i privilegi di pochi ricchi (spesso frutto di illeciti) ai danni dei molti.
Il soviet, come dev’essere e come si è realizzato, spesso con esiti ottimi per tutti: democrazia nell’uguale interesse di tutti, partendo dal basso.
Il film è commuovente, come dev’essere, quando di mezzo ci sono ingiustizie che angariano milioni di persone.
Ottimo il montaggio, così come la colonna sonora. La sottolineatura della vita reale degli umili è azzeccata artisticamente, da parte di uno degli eroi di oggi: Naomi Klein.
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