La fornarina è una modella di Raffaello, di estrazione popolare, ma al fascino della quale il pittore non sa resistere. Per quanto clandestina, la loro relazione desta invidie e gelosie, tanto che una nobildonna fa rapire la ragazza.
Pellicola in costume tratta da un romanzo di Tullio Gramantieri, La fornarina prende spunto da fatti realmente accaduti all'inizio del sedicesimo secolo; con una sceneggiatura che lo stesso Gramantieri firma insieme a Tomaso Smith, Alberto Casella e Giorgio Pàstina, il regista Enrico Guazzoni porta così sullo schermo le drammatiche vicende che coinvolsero il celebre pittore Raffaello Sanzio e la giovane fornarina che gli fece da modella, diventandone l'amante. Una storia d'amore, gelosia e violenza, dove abbondano i sentimenti forti e dalla morale molto marcata: perfetta per il cinema, specie in questo 1944, anno di transizione quanto mai sia dal punto di vista dell'industria cinematografica che, naturalmente, da quello storico-politico-sociale. La messa in scena gode di un discreto budget per il periodo e la presenza di interpreti del calibro di Walter Lazzaro, Lida Baarova, Luigi Pavese, Anneliese Uhlig, Ugo Sasso e Amilcare Pettinelli garantisce la resa sullo schermo; quanto a Guazzoni, poi, trattasi dell'ultima regia al termine di una carriera ultratrentennale, cominciata agli albori del cinema. Nel complesso un prodottino senza grandi effetti speciali, ma curato a dovere e senza evidenti sbavature o cali di tono. 4/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta