Regia di José Luis Merino vedi scheda film
Un barone pieno di manie, una serie di donne che spasimano per lui e poi scompaiono, una riottosa assistente di laboratorio.... buoni mezzi per un horror confuso e incerto.
I mezzi sono discreti, dagli attori, ai costumi, al doppiaggio italiano di prima classe, ma il talento è minimo, e il risultato deludente, benché dopo un inizio discreto. Ciò forse anche per le intenzioni non chiare o le ambizioni di fare un film poliedrico che accontenti tutti. E' evidente cioè che si voleva fare anche una pellicola con tinte sado-erotiche, per conquistare un certo tipo di pubblico, ma la miscela è confusa e realizzata male. Pare che ci siano anche degli elementi femministi nel personaggio di Agostina Belli, ma l'attrice è diretta male, e la sua scontrosità e le sue rimostranze al barone sono scorbutiche e sopra le righe. Il regista è attento solo alla sua camicia da notte, che è sempre scollata e con gli spallini pendenti sulle spalle.
Quanto all'ambientazione, non viene sfruttata o quasi, dimenticando la lezione di Mario Bava e Roger Corman, che con un'ambientazione ben gestita costruivano i loro bellissimi horror gotici. Il castello viene inquadrato solo di striscio, perché il regista dimentica tutte le potenzialità degli atri scuri, dei corridoi infidi, dei ritratti alle pareti di avi che nessuno vorrebbe avere.
Un paio di idee buone, tuttavia, ci sono. Mi riferisco ai rapporti tra il barone e le donne (da sviluppare però), e al fratello carbonizzato immerso in una vasca con un liquido che conserva il corpo.... questa sì che fa paura.
Non è il primo caso di produttori che mettono in mano buoni mezzi ad un regista e sceneggiatori non all'altezza.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta