Regia di Alberto Ferrari vedi scheda film
Una delle coppie di punta dello “Zelig” televisivo approda al cinema, cercando di adattare agli standard del lungometraggio i loro brevi sketch. Non si può dire che il tentativo sia riuscito, né che il travaso sia stato effettuato spremendosi le meningi. La trama vede i comici nei panni di due cognati che gestiscono un albergo in un paesino e si trovano coivolti nel solito sottointrigo “giallo”: due loschi figuri e una biondona che scavano un tunnel sotto l’albergo per far evadere un loro compare. Lo scioglimento finale avviene durante una sfida tra contrade con i personaggi che fanno la parte di scacchi umani. In realtà il canovaccio serve da sfondo ai numeri del duo, che però sono sempre un po’ telefonati e stiracchiati, a base di freddure che mal si adattano allo schermo. Gentili, beneducati, i due comici non irritano ma nemmeno divertono granché. Anzi, da come è stato lanciato il film, si ha l’impressione che il pubblico di riferimento siano i bambini o al massimo gli adolescenti. Tra gli attori di contorno, in mezzo a vari comici televisivi minori (Stefano Chiodaroli, l’ex Broncoviz Mauro Pirovano) si rivede con piacere Pippo Santonastaso, vecchia conoscenza della commediaccia anni ‘70. La colonna sonora di Massimiliano Pani esibisce alcuni pezzi dal nuovo album della madre Mina, ma la regia li utilizza male.
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