Regia di John Polson vedi scheda film
In inglese “hide and seek” (che è il titolo originale) significa “nascondino”, il gioco che la piccola Emily è abituata a giocare con la mamma la sera prima di andare a dormire e che, morta violentemente la mamma, comincia a giocare con Charlie, un amico forse immaginario o forse no. Il padre, che di mestiere fa lo psicanalista e perciò se ne intende, osserva, prima incuriosito e poi sempre più preoccupato, perché Charlie, o chi per lui, si materializza con una successione di atti violenti. Thriller costruito sulle conseguenze di un trauma che ha sconvolto la vita di due persone e ambientato nella finta quiete dei boschi che circondano il villaggio nel quale i due protagonisti si sono trasferiti da New York, Nascosto nel buio è ancora una volta uno dei “nipotini” del Sesto senso: un film à la Shyamalan che però, siccome non è costruito né diretto da Shyamalan, rivela in fretta un impianto prevedibile e dozzinale. Robert De Niro e Dakota Fanning (dieci anni: la star più richiesta del cinema americano) fanno del loro meglio per apparire quello che non sono, il vicinato si affanna a seppellire i ”misteri” locali, ma la tela narrativa è sottile e la regia sempliciotta. Lo sceneggiatore Ari Schlossberg e il produttore Barry Josephson si sono affannati a dichiarare di aver avuto una gran paura, rispettivamente, scrivendo e leggendo la storia. Beati loro! Per quanto mi riguarda, il mistero e la tensione sono durati una decina di minuti.
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