Regia di Robert Guédiguian vedi scheda film
Ha qualcosa di ipnotico questo film. E di austero. Lo si può definire lento, verboso, statico. A mio parere, invece, tutto, dai dialoghi/monologhi alla memorabile interpretazione di Bouquet, fino alla sublime regia di Guedigan, concorre a creare un ritratto sfaccettato, forse impervio, comunque stimolante, di un politico che ha fatto la Storia della Francia. Certo è che per i francesi questo film ha tutto un altro valore; così come, a parti invertite, "Il Divo" per noi italiani. Tuttavia, quest'opera (a differenza di quella di Sorrentino) ha la statura del grande cinema europeo, quello capace di andare oltre i vari provincialismi. Sulla bravura del protagonista non avevo dubbi. Mi ha invece positivamente impressionato la regia di Guediguian. Lo ricordavo come "il Ken Loach di Marsiglia", con una brezza di follia anarchica in più rispetto al maestro britannico (penso più che altro ad "A l'attaque"). E invece ecco qui un film quieto, posato, composto per lo più da piani fissi. Una sguardo che possiede un rigore rarissimo nel cinema contemporaneo, specie in quello "latino-mediterraneo": forse è azzardato, ma in certi primi piani di Mitterrand, nella varietà di angolature con cui è ripreso il suo amabile ma fiero volto (espediente estetico per suggerire le varie componenti del suo carattere, della sua morale e della sua vicenda), così come in certi scorci dell'anonima Francia (oramai provincia del villaggio globale) degli anni 90, ho rivisto la purezza, l'essenzialità e, insieme, la complessità concettuale delle inquadrature di Bresson. E' nato un nuovo Maestro?
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