Regia di Terry George vedi scheda film
Nel 1994 la guerra civile insanguinò il Ruanda, in Africa, provocando un milione di morti, un genocidio di incredibili proporzioni. Terry George prova a raccontare quegli eventi terribili a partire da una storia vera, quella di Paul Rusesabagina (Cheadle), direttore d'albergo di etnia Hutu, una sorta di Schindler nero che diede rifugio a centinaia di Tutsi, la minoranza etnica legata ai colonialisti belgi, perseguitata dalla milizia e dai rivoltosi col machete tra le mani.
Il film è in pieno stile hollywoodiano, con cedimenti sui risvolti sentimentali e tentazioni didascaliche, una discreta quota di retorica e di enfasi, ma anche con una nitida messa a fuoco delle responsabilità internazionali ("voi siete immondizia", viene ammonito il protagonista con crudo cinismo, "l'Africa non interessa a nessuno"). Lo scenario che fa da sfondo alla vicenda è comunque ben disegnato, in linea con film che hanno raccontato tragedie simili (Un anno vissuto pericolosamente, Urla dal silenzio): l'impotenza delle scarse forze dell'ONU, le difficoltà da parte dei reporter nel documentare gli accadimenti.
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