Alcune donne di etnie diverse vengono catturate da centurioni romani e condotte con la forza nell’Impero Romano per essere vendute come schiave allo scopo di soddisfare i desideri dei gladiatori ma ben presto diventeranno gladiatrici
Siamo nel lontano 1974 e il peplum è ormai al tramonto e non può più contare su registi come il grandissimo Vittorio Cottafavi (solo per citarne uno) e lo zio Joe (che cura la scene di azione) insieme all’americano Steve Carver (che cura i dialoghi) ridanno un singolare vigore a questo genere inserendo una nuova variante in quanto non c’è il maciste o L’ercole di turno ma in questo caso lo “Spartaco” di Kubrikiana memoria è orientato al femminile.
Un alone di mistero accompagna la pellicola voluta e prodotta da un certo Roger Corman e montata da Joe Dante nella versione americana (appartenente alla factory di Corman) in quanto usci’ all’estero con vari titoli e in varie versioni (onestamente non oso immaginare quanti tagli abbia subito il film considerando che siamo in un decennio dove la censura ha dato il meglio di se) e fu anche censurata (sarei curioso di sapere quanto ha inciso veramente lo zio Joe in questo film).
Detto ciò il b-movie d’exploitation in questione è un film d’avventura e a parte qualche innocuo fotogramma zoomato e fotografato dall’eccellente zio Joe risulta perlopiù focalizzato sulle lotte sensuali tra le gladiatrici che oltre ad essere adeguatamente vestite sono anche brave e credibili come la scura e sensualissima Pamela Grier resuscitata nel 1997 da Tarantino nel film “Jackie Brown”, la bionda Margaret Markov e l’affascinante Lucrezia Love e alcuni caratteristi come Paul Muller (il “caro” mega direttore in alcuni film della saga di Fantozzi).
VOTO 6,5.
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