Regia di David S. Goyer vedi scheda film
Mi aspettavo di peggio, ma il risultato finale rimane una mediocrità 'degna' dei vari nispel e snyder, e per certi versi, come accadeva con "Return of the Living Dead: Necropolis", sono rimasto un po' deluso nel non trovarmi di fronte ad una trashata ai livelli di "Troll 2" tanto orribile da far morire dalle risate ma bensì di fronte al solito blockbuster post-bayano che ti passa davanti agli occhi senza lasciare la benché minima traccia.
Goyer, sceneggiatore della trilogia, prende questa volta in mano anche la regia, forse colto da un delirio di Autorialità: inutile dire che di autoriale qui c'è solo l'accostamento "written and directed by" (che poi non vuol dire niente, visto che Scorsese, tanto per citare un nome, è un Autore anche se raramente scrive i suoi Film). Il nostro improvvisato regista (anche se era già passato, come si suol dire, dietro la mdp), infatti, realizza una mediocrata banale, stupida, tamarra, ignorante (di Cinema) e insipida come il sangue di Hannibal King/Ryan Reynolds (se vogliamo dar retta alla vampira cattiva). Se Del Toro, come dichiara nelle interviste (e dichiarano i vari collaboratori), per realizzare "Blade II" era andato a studiarsi in modo analitico il primo capitolo, il nostro Goyer decide di sfruttare il vantaggio delle sue esperienze come sceneggiatore dei due precedenti capitoli auto-citando (o, meglio, copincollando) a iosa situazioni-battute-creature-ecc. presenti nei capitoli precedenti, come le mascelle 'apribili' dei Reaper per i cani-vampiro e Dracula (è ovvio che il Primo Vampiro abbia le caratteristiche tipiche delle mutazioni successive), il cattivo che chiacchiera in pieno giorno con Blade prendendo in ostaggio un/a bambino/a (qui un neonato, attenzione alla differenza!), Whistler muore (bis!), discorso registrato per i/le protagonisti/e da parte di una/o defunta/o (qui la cieca), il cattivo combatte con onore contro Blade e riconosce l'onore del Diurno, conferenza di vampiri, velocizzazione del tempo che passa sulla città... Riguardo allo stile (?), restano i rallenty nelle scene d'azione e le musiche tamarre; probabilmente ci saranno altre analogie, ma come dicevo il film scorre con tanta potenza anonima da allontare a calci la già scarsa attenzione dello spettatore o della spettatrice.
Ma cosa differenzia questo capitolo dai precedenti di Norrington e di Del Toro? Che personalità mette Goyer nel Suo "gran" finale? Ebbene, Norrington, da shooter a comando, aveva imbastito la saga connotando il suo film come Action Horror volto verso oriente, mentre Del Toro caricava la trilogia con una Personalità Artistica Fantasy tanto attenta all'Umorismo quanto impregnata di Melanconia. Per il Gran Finale, Goyer, il 'padre' della versione cinematografica del Personaggio Marvel, capisce che deva dare qualcosa in più al franchise, qualcosa sotto sotto già presente che deve essere amplificato fino all'apoteosi, e questo 'tocco' di grinta lo imprime fin dalla prima sequenza. Con quel prometeico dito medio rivolto contro il Sole da parte di un vampiro imbacuccato capiamo subito che questo capitolo sarà all'insegna di qualcosa di trascendentale...... l'IMBECILLITÀ E L'IGNORANZA!
Passiamo sopra alla già accennata Ignoranza da parte di Goyer della Regia, che possiamo ammirare nelle scene d'azione incasinate per come vengono riprese e montate (anche se lontani, per fortuna, dagli indicibili orrori di Boll), nelle inquadrature scontate e banali quando non palesemente casuali (ci sono momenti in cui non capiamo chi è dove), nella messa in scena anonima. Ciò che davvero colpisce in questo "Trinity" è la Marea di Cazzate che ci vengono servite sotto i nostri occhi increduli ma fortunatamente assopiti: vampi-vibratori, cacciatori di vampiri che si firmano "fuck you" (fa bene a rimproverargli Blade: persino i nerd di "Kick Ass" riescono ad essere più maturi di questi 'professionisti'!), Reynolds che scavalca e precipita in buchi nel pavimento quando perfino i cani capiscono che è più intelligente (a dir poco) aggirare l'ostacolo (ma poi i cani si scagliano come zombie sui pattini contro il finestrone precipitando da chissà che piano). Per non parlare di Dracula, qui insultato pesantemente già dal suo nome 'gggiovanile' Drake: avete presente il Conte elegante e carismatico che da Murnau (anche se cambia nome) a Coppola ha terrorizzato l'immaginario collettivo? Ecco, visto che qui siamo nel III Millennio si è pensato bene (ovviamente sono ironico) di 'aggiornarlo' e trasformarlo in un modello da reality che gira per le strade americane peggio di Edward Cullen (ah, già, Dracula è il Primogenito, può fare quel ca**o che gli pare, tra cui citare a caso Bram Stoker) e quando si nutre si trasforma in un coso strano che ruba la bocca a Normak di "Blade II" (e a Predator), la pelle simil-scuoiata a Pinhead e le corna al figlio illegittimo di Maleficent e dell'armatura di Sauron... Ad essere sinceri, il look di Dracula versione mostro è abbastanza intrigante, anche se non capiamo perché decide di assumere le sembianze di mostro, né tantomeno di tronista di "Uomini e Donne", ma comunque viene mal sfruttato (durante la visione del film non convince, mentre guardando le immagini su internet sembra avvincente). Inoltre, come carattere, tenta inutilmente di unire l'ambiziosità del diacono Frost di Dorff e la tragicità onorevole del già citato Nomak di Gross, ma risulta soltanto un cattivello da quattro soldi che risulterebbe molto più credibile come povero pazzo evaso dal manicomio convinto di essere Dracula.
Come sempre accade quando la regia è poco convinta o, come in questo caso, poco competente, la piattezza delle immagini porta allo scoperto tutti i difetti della sceneggiatura (mentre con una Regia di Livello, es. Fulci, riesce a nascondere con Invenzioni e Soluzioni Geniali la banalità delle sceneggiature): e qui troviamo la seconda grossa mancanza da parte di Goyer, che sopraggiunge in modo inaspettato e tragico. Infatti, nei precedenti capitoli la sceneggiatura, per quanto fumettistica e sopra le righe, costruiva una narrazione avvincente e proponeva battute d'impatto. Qui invece sembra che Goyer, troppo eccitato all'idea di poter dirigere il suo tesssoro, si sia dimenticato di come si scrive un film: le battute sono imbecilli (Dracula 'spaesato' nel negozio per vampiri-fan, il dialogo tra Blade e lo psichiatra, tutto ciò che esce dalla bocca irritante di Reynolds...) le svolte narrative sono banali e irritabilmente prevedibili (anche nei precedenti capitoli si potevano dedurre alcune svolte, ma la narrazione riusciva sempre a sorprendere per il modo e il momento in cui giungevano), ma, soprattutto, i buchi narrativi assumono dimensioni degne del "ma da dove diavolo spunta Batman dopo essere stato sepolto in un buco dimenticato da dio e dagli uomini" in "The Dark Knight Rises" (altro esempio di trilogy ending poco curato e privo di mordente, anche se Nolan rientra nella categoria di Registi sottotono e non in quella di incompetenti, cui appartiene invece Goyer). Troviamo: personaggi presentati al pubblico per poterli poi abbandonare come delle comparse da quattro soldi finché non li ritroviamo a caso nel finale (sorte che affligge il detective Boh interpretato dal tutt'altro che 'boh' James Ramer); situazioni che ci vengono preparate per poi gettarle nel dimenticatoio dopo la minima svolta narrativa (come Blade ricercato, arrestato, evaso e poi libero di girare tranquillamente in libertà); situazioni nelle intenzioni drammatiche ma assai inutili ai fini della narrazione, come Drake che si trasforma in Whistler nonostante tutti sappiano del suo decesso e comunque questa mutazione non serve a imbrogliare i protagonisti per attirarli in chissà quale trappola; situazioni inutili che si contraddicono tra di loro, come la vampira cattiva che ricatta King minacciandolo di mutarlo in vampiro per poi fargli divorare la bambina, ma poi Drake cerca di convincere la bambina a farsi trasformare in vampira (e la bimba risponde citando un altro sequel mediocre, ovvero "The Mummy Returns").
[Piccola pausa].
E ancora: presentazioni poco curate dei personaggi fondamentali, come la figlia di Whistler (interpretata dal corpo di Jessica Biel) che prima ci viene mostrata mentre inganna e sconfigge una gang di vampiri (utile per capire che la Biel sa combattere) e poi viene svelata dal cognome come, appunto, figlia di Whistler (e qui Blade risponderà, visibilmente scosso, con un "Whistler's daughter", e poi basta che tanto le sue emozioni non ci fregano); personaggi fondamentali che ci piombano addosso senza darci la cortesia di presentarsi ma che in compenso rivelano subito la loro natura di rompico****ni insopportabili-speriamo-li-ammazzino-dopo-atroci-sofferenze, come accade nelle due entrate in scena - vocalmente all'inizio, fisicamente come deus ex machina 'salvatore' di Blade quella faccia da schiaffi di Ryan Reynolds (ad ogni battuta, 'seria' o 'divertente', desideravo con tutto il cuore sparargli in faccia).
Dopo aver massacrato regia (inesistente) e sceneggiatura (imbarazzante), non ci resta che stendere un velo pietoso sul cast, dove i migliori sono o sacrificati da una presenza risicata (Remar) o sottotono (Snipes) o entrambi (Kristofferson, evidentemente contento di morire dopo una ventina di minuti ma poi costretto a tornare come finto Whistler), mentre il resto del cast non prova per niente a caratterizzare i propri personaggi, i quali si presentano come degli stereotipi viventi (come i 'cattivi' che si mostrano ad inizio film, la versione vampiresca dei fantastici 4, anche se non son sicuro siano in 4 ma l'importante è che si capisca il concetto) o delle nullità inespressive prive di spessore (come la Biel, che raggiunge l'intensita della recitazione nella scena della doccia) o delle nullità inespressive prive di spessore ma che non riescono proprio a non far pesare la propria inutilità sparando parole e battute irritanti ogni qual volta ne hanno l'occasione, come Ryan Reynolds che riesce a divertire solo quando viene picchiato o cade in buchi nel pavimento per poi essere picchiato (e ciò lo ottiene proprio per la sua irritabile stupidità)! Qualche attore/attrice di contorno, come Natasha Lyonne nei panni della cieca, riescono invece a rendere, se non interessanti, per lo meno sopportabili i loro personaggi. Il comparto tecnico è, invece, sicuramente professionale ma non riesce a coprire la mancanza di competenza artistica del regista/sceneggiatore. La colonna sonora è dimenticabile, ma sicuramente erano presenti dei brani tamarri, marchio di fabbrica della trilogia.
Dopo i titoli di coda, troviamo la gustosa sequenza di Blade che a bordo della sua auto viaggia per... FINE!
Come ci dice, senza che nessuno abbia chiesto la sua opinione, il nostro caro Hannibal King (spero che esca un Film lungo come le versioni estese di "The Hobbit" e "The Lord of the Rings" unite in cui vediamo questo personaggio, interpretato rigorosamente da Reynolds, sottoposto a Torture atroci da Pinhead, Freddy Krueger, Leatherface, Michael Myers, Dracula, Chucky, Herbert West ecc.) ad inizio pellicola: "everyone knows the movies are full of shit. " Ecco, questa potrebbe essere l'Unica Battuta intelligente del film, ovviamente se sostituiamo "the movies" con "this movie".
"Blade Trinity" è l'ennesimo blockbuster mediocre da cestinare, il tipico filmaccio che nasconde la propria bruttezza dietro l'action e gli effetti speciali, la triste chiusura di una trilogia che con il Capitolo Del Toriano aveva raggiunto quanto meno una sua Personalità Artistica, anche se fortemente commerciale. Devo ancora capire se sia peggiore la seriosità del "300" snyderiano o l'imbecillità a tratti demenziale di questo.
Forse l'extended (o extreme) version migliora il risultato, ma ne dubito fortemente...
Volete un consiglio? Recuperatevi il Capitolo di Del Toro e, se proprio vi va, guardatevi anche il capostipite di Norrington, ma evitate questo capitolo di Goyer che davvero non aggiunge niente alla trilogia se non una dose insopportabile di Stupidità gratuita (se lo prendete in biblioteca o ve lo 'pescate' in rete, altrimenti sborsereste i soldi in un modo assai stupido).
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