Regia di Wes Anderson vedi scheda film
Wes Anderson (quello de “I Tenenbaum”) scrive e dirige questo “Le Avventure acquatiche di Steve Zissou”, commedia surreale che tra il serio e lo scherzoso, parte da una sorta di parodia dell’esploratore dei mari Jacques Cousteau per ricavarne una storia piuttosto corposa. Steve Zissou (Bill Murray), la sua compagna (interpretata da Anjelica Houston) e la ciurma del suo “Belafonte”, sono un equipaggio d’esplorazione marittima, votati alla realizzazione di simil-documentari atti a ricavarci dei film con cui finanziare le prossime spedizioni. Il sospetto che gran parte di ciò chesi vede sullo sia un falso comincia a prendere piede, anche quando si parla di squali leopardati e compagni di viaggio divorati. Un po’ per il crollo di interesse (al botteghino) verso il genere documentaristico, un po’ per la scarsità di idee di Zissou (regista dei suoi film), sembra che la carriera del documentarista francese stia volgendo al termine. Nuova linfa arriva da Ned (Owen Wilson), un pilota aereo del Kentucky che sembrerebbe essere il figlio di Steve: da quando Ned entra nella vita del suo presunto padre, tutto cambierà e per Steve ed i suoi adepti si apriranno nuove ed inaspettate strade.
Il film ha diverse chiavi d’interpretazione in quanto particolarmente intenso. Sono moltissimi i temi trattati e le esche che Anderson dissemina lungo i 114’ minuti di proiezione. Basti pensare al triplo livello di narrazione di cui la storia si compone: un film (dunque fiction) che parla di un regista (di documentari), ma che vive una propria vita in funzione della cinepresa: s’incrociano dunque finzione e realtà in maniera continuativa, tanto da non capire, talvolta, quale sia l’una e quale l’altra.
Il film si compone di molti personaggi, tutti molto ben caratterizzati: le loro storie non sono semplici satelliti del pianeta Zissou, ma piuttosto intense stelle brillanti, che col capitano condividono le (dis)avventure. Ad interpretare tutti questi personaggi un cast davvero ben nutrito: da Klaus, figlio spirituale di Zissou (intepretato da Willem Dafoe), alla “cronistucola” Jane (Cate Blanchett), dal pluri-rivale del capitano, Hennessey (Jeff Goldblum), allo stesso Wilson (particolarmente abile in un ruolo non facile). Rimanendo in tema, particolarmente spiazzante l’inizio, in cui lo speaker che annuncia il film, lo fa in italiano (lo si legge anche da labiale), con l’italiano Luigi Burruano a fare da “valletto”: il tutto è giustificato dal fatto che il film è girato per buona parte in Italia (e le location ne sono una palese testimonianza).
Il film è, come detto, intenso e di non facile decriptaggio, particolarmente acuto in alcune battute o situazioni, ma è anche lento in molte sue parti ed, in certi tratti, addirittura pesante. Come se la durata dello stesso fosse eccessiva, esistono parti che sembrano propaggini inutili. Solo nel finale, quando entrano in scena i filippini, il film si ravviva. Rimane una operazione cinematografica intelligente, acuta e coraggiosa, anche se, nel suo complesso, un tantinello noiosa.
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