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Le avventure acquatiche di Steve Zissou

Regia di Wes Anderson vedi scheda film

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La recensione su Le avventure acquatiche di Steve Zissou

di Stefano L
7 stelle

Le (sottovalutate) avventure acquatiche di Steve Zissou

 

Biopic allucinato sull’oceanografo francese più longevo e rimarchevole dello scorso secolo, "The Life Aquatic with Steve Zissou" riecheggia perfettamente il metodo cinematografico anti-mainstream e un po’ snobbino di Wes Anderson. Il vetusto genere a cui appartiene è quello dei film d’avventura, una volta molto in voga, adesso più unici che rari. Il feticcio Murray ricopre un ruolo che gli si addice senza macchie; è lui, il solito cinico, adorabilmente sbruffone, pragmatico, indisciplinato Murray. E questo basterebbe a tenere alta l'attenzione. Se poi vi si aggiungono una piagnucolosa, affascinante Catherine Elise Blanchett, il polivalente William Dafoe con accento tedesco, Anjelica Huston nei panni della seducente moglie matura e disincantata, lo smargiasso Jeff Goldblum come viscida spalla del documentarista, ed il gentleman irlandese Michael Gambon, lo spettacolo di certo non può che essere gradevole. Le gesta di Zissou sono orchestrate in modo da raggiungere il suggestivo climax conclusivo con il coronamento dell'obiettivo "scientifico" delle incessanti ricerche del protagonista: braccare il bellissimo squalo giaguaro (il Karma che ci metterà in pace con noi stessi?), il quale si è pappato il suo miglior amico nell’ultimo sopralluogo nelle profondità marine.. La regia è irreprensibilmente assemblata alla colonna sonora extradiegetica, performata dal membro dell’equipaggio Pelé dos Santos (Seu Jorge) e comprendente ottime cover di Bowie e Iggy Pop unite a raffinati temi elettronici sintetizzati di background, mentre la fotografia coloratissima e pastellosa di Yeoman conferisce all’immagine un tono esuberante, quasi cartoonesco. Il piatto forte però sono le splendide scenografie: oggetti vintage ed accessori moderni dalla folle ingegneria, inesistenti ma verosimili, compongono l’architettura sontuosa della Belafonte (inquadrata dalla sezione laterale della struttura!), e i suoi alloggiati ne sono convincentemente ed umanamente immersi. Purtroppo ci sono pure dei difetti, sia negli andamenti della trama sia nel versante artistico. I primi vanno a ravvisarsi nel rapporto, a mio parere, logorroico e poco riuscito in termini di coinvolgimento dello spettatore, tra il figlio trentenne rinvenuto (Owen Wilson) e Zissou, nonché nel non esattamente persuasivo atto di ribellione del capitano dal passamontagna rosso verso i sabotatori (si libera con troppa facilità dalle corde..). In secundis c’è la CGI a basso costo di Renato Agostini: un’arma a doppio taglio, in quanto un gimmick attraente nelle scene sconnesse dal live action, benché pacchiano nel finale collettivo dall’impronta naturalista. Un capolavoro mancato quindi, comunque indicato a chi voglia vedere qualcosa di diverso. 

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