Regia di Paul Morrissey vedi scheda film
Flesh di Paul Morrisey non è comprensibile se tolto dal contesto in cui si trova e per il quale è stato creato. Perchè Flesh (ma anche come Trash e molti altri film di Morrisey) è una creatura indivisibile dalla art house di Andy Wharol e della sua concezione estetica di corpo vivo e anche per questo oggetto sessuale. Joe è una figura, un oggetto, un'immagine ma anche se passivo, consapevole di esserlo e quindi implicitamente attivo. Attivo perchè appartiene ad una categoria, ad un modello di vita, ad una delineazione ben precisa di corpo, persona e idea. L'idea di bellezza estetica di Morrisey è legata a quella di Wharol e a quella della sua pop-art e appartiene al dinamismo sociale americano di fine anni 60 che darà vita al 68 e a tutte le sue piccole, grandi rivoluzioni in cui I corpi sono tali solo se appartengono all'idea di corpo solo se si esprimono non solo fisicamente-esteticamente ma anche sessualmente, cioè se si comportano e se agiscono per ciò che sono stati creati.
E' un film documentaristico, lontano da effetti drammatici enfatizzati, non cerca neanche di essere un film drammatico nel senso classico del termine, uno di quei film realizzati lontani da Hollywood e dai suoi schemi. E' uno dei primi passi verso il cinema indie americano che trova un suo pubblico, un suo contesto. Non si può immaginare Flesh lontano da Andy Wharol, lontano dai cambiamenti sociali giovanili, lontano dagli anni 60 americani.
http://tystnaden-silenzio.blogspot.com/2010/03/flesh-1968.html
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