Regia di Edgar Reitz vedi scheda film
Il primo HEIMAT l'ho visto in un giorno con una breve pausa dopo 8 ore ed è stata un'esperienza fantastica. HEIMAT 2 l'ho visto in un week-end ed è qualcosa che porterò nel mio bagaglio di vita. HEIMAT 3 l'ho visto al cinema spalmato in tre settimane in un'arena. Quest'ultimo naturalmente era così carico di aspettative che non poteva che deludere; ma attenzione: solo messo a paragone con la superba narratività poetica del 1° e quel capolavoro( fidatevi, questa volta non si abusa del termine ) che è il 2°, una personale nouvelle vague di ampissimo respiro. " Heimat 3- Cronaca di una svolta epocale " non aggiunge nulla di significativo ma conclude in modo dignitoso una saga che ama i suoi personaggi e i luoghi che li vedono protagonisti nella storia tedesca. Lo sguardo di Reitz in fondo è quello dei tempi, del benessere e del vuoto esistenziale, dove anche l'alternato bianco e nero delle immagini oniriche non riesce a ritagliarsi che piccolissimi spazi. Heimat 3 non è appassionato perchè neanche Reitz lo è più, nonostante la felicità di ritrovare i vecchi Anton e Ernst. La storia si apre con la caduta del muro e finisce con l'inizio del 2000, quasi 11 anni per accorgersi che dall'euforia per l'unificazione si sarebbe passati gradualmente, attraverso gli egoismi di tutti, Clarissa compresa, allo sguardo sconvolto di Lulu, che all'alba del primo giorno del millennio, sembra vedere la fine di HEIMAT e del mondo.
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