Regia di Charles Shyer vedi scheda film
Dall'inevitabile confronto con il film omonimo di Lewis Gilbert del 1966, questo di Shyer esce perdente da tutti i punti di vista. Jude Law, pur bravo, non regge il confronto con Michael Caine, ma è soprattutto il contesto che non è più lo stesso. Al ritratto amaro della swingin' London si sostituisce la Manhattan contemporanea, che fa da sfondo ad una storia che smussa tutti gli angoli ed addolcisce i sapori acidi evidenziati dall'Alfie degli anni Sessanta. In particolare, qui vengono banalizzate un paio di sequenze chiave del film originario, come quella dell'aborto (che qui soffre di un risvolto quasi buonista) e quella della scoperta che la signora matura (qui la Sarandon, nell'originale era Shelley Winters) preferisce uno stallone più giovane.
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