Regia di Akira Kurosawa vedi scheda film
Credo di aver dato spesso prova di essere un "kurosawiano" doc, ma l'ultimo film dell'imperatore del cinema giapponese mi è sembrato una delle sue opere minori. La storia del professor Hyakken Uchida, che dopo essersi ritirato dall'insegnamento si dedica alla letteratura e continua a ricevere i suoi ex-allievi, soprattutto in occasioni conviviali, è un film avvicinabile alle opere mature di Ozu, che affronta anche tematiche impegnative come la vecchiaia e l'avvicinamento alla morte, ma risulta un po' troppo statico e verboso, con lunghe scene dialogate che possono risultare piuttosto ostiche per lo spettatore occidentale. Da apprezzare soprattutto come ennesimo segnale di vitalità di un grande artista ultraottantenne, la cui ispirazione in vecchiaia ci aveva dato opere di pregio come "Sogni", e qui risulta un po' appannata. Secondo Kezich le scene di festeggiamenti di compleanni hanno un'atmosfera fordiana, e non lo escluderei; colpisce la parentesi della disperazione del professore per la sparizione del gatto, che potrà essere apprezzata dagli animalisti. Nel complesso però si rimane un po' sottotono rispetto agli standard di eccellenza delle opere passate.
Voto 7/10
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