Regia di Archie Mayo vedi scheda film
VOTO 6,5 TEATRALE Dramma claustrofobico che risente molto dell'origine teatrale specialmente nella recitazione e nei dialoghi. Filmato praticamente tutto in una sola stanza, The Petrified Forest perde il fascino della possibile location suggestiva desertica, che circonda l'azione e le esistenze in una solitudine generatrice di speranze ma anche d'inquietudini. Però l'adattamento di Kenyon/Daves sull'opera di Sherwood non puntava certo alla spettacolarizzazione dei contenuti, ma anzi ad un'espansione sensoriale degli avvenimenti, grazie al potere espressivo del cinema (il sonoro, il montaggio delle diverse inquadrature, le musiche), unito alla psicologia del lavoro teatrale. Così gli attori principali rimasero invariati dalla versione di Broadway (1935) a quella by Hollywwod (1936), tranne una lanciatissima Davis, dando lustro alla capacità produttiva Warner su ogni particolare. Siamo negli anni d'oro dello Studio System e il carattere imposto dalle major, supera di molto le libertà artistiche (di qualità oggettiva) di tutto il cast. Un progetto riuscito a metà, ma per i fan di Bogart e tutti gli appassionati di storia dell'immaginario cinematografico, comunque un titolo importante, perché segnò una svolta decisiva nella sua ascesa 'hollywoodiana'.
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